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Il Muos potrebbe farci del male? Parla Peppe Cannella

Peppe Cannella è stato consigliere comunale del centro agricolo siciliano Vittoria, che porta sulle tavole di tutta Italia i suoi prodotti. Vittoria e i suoi frutti sono adesso vicini al Muos, che potrebbe danneggiare la vita di coloro che vivono nella provincia di Ragusa e non solo. Cannella, impegnato nel movimento No Muos, ci spiega le ragioni della protesta

Che cos’è il Muos?

Il MUOS è un sistema militare satellitare di comunicazione degli USA composto da 4 quattro stazioni di terra e da 4 satelliti che dovrebbe entrare in funzione entro il 2013. Ogni stazione di terra prevede tre paraboli basculanti a torre del diametro di circa 20 metri e due antenne alte 150 metri. A Niscemi (Caltanissetta), all’interno della Riserva Naturale “Sughereta”, la ground station è in fase di costruzione mentre in Virginia, in Australia e alle Hawaii le stazioni sono quasi ultimate. Uno dei quattro satelliti previsti (MUOS-1) è già stato lanciato in orbita da Cape Canaveral il 24 febbraio 2012.
Il MUOS è uno strumento di guerra assai costoso che serve a collegare le truppe e i mezzi di terra, di mare e di cielo (aeromobili) delle forze militari degli USA. Serve inoltre al movimento dei “droni”, aerei militari di ultima generazione senza pilota. I potenti campi

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elettromagnetici creati dal MUOS di Niscemi sono potenzialmente dannosi per la salute dell’uomo e della fauna: oltre ad homo sapiens anche i volatili e le api pagherebbero un caro prezzo. La stazione MUOS di Niscemi si trova ad un paio di chilometri dal centro abitato ed è ubicata all’interno di una Riserva Naturale di grande interesse naturalistico (Area SIC): le autorizzazioni rilasciate inizialmente dal Comune di Niscemi, poi dalla Regione Sicilia e sin dal primo minuto dal Governo Nazionale risultano incredibili e di una leggerezza inaudita. Non c’è traccia nelle relazioni tecniche dei pericoli di possibili incidenti e dei rischi degli errori di puntamento delle parabole. Non si evince la vicinanza dell’Aeroporto di Comiso ( a soli 18 km) il cui traffico aereo potrebbe essere condizionato dai campi elettromagnetici creati dal MUOS. L’inquinamento elettromagnetico nell’area niscemese è già altissimo a causa di 41 antenne militari americane esistenti sin dal 1991 all’interno della “Sughereta”: il MUOS aggreverebbe ulteriormente la situazione e avrebbe un impatto pericoloso per un vasto comprensorio che comprende aree delle Province di Caltanissetta, Catania, Ragusa ed Enna. Le notizie tecniche sul MUOS sono volutamente lacunose in quanto strumento militare strategico USA: temiamo i suoi sciagurati effetti sull’uomo e sull’ecosistema di una vasta zona siciliana. La Sicilia e il Mediterraneo non vanno ulteriormente militarizzati e vogliamo pensarli come luoghi di vita, di pace e di accoglienza. Occorre bloccare subito i lavori del MUOS di Niscemi e avere maggiori informazioni scientifiche sull’impatto dei campi elettromagnetici creati da questo sistema militare. I territori e le loro comunità vanno coinvolti e tenuti informati: a loro tocca l’ultima parola…

 Come e quando si sono mossi i nuclei No Muos?

L’area No-Muos incomincia a muovere i primi passi circa 6 anni fa grazie all’impegno soprattutto di gruppi e comitati storici antimilitaristi della zona catanese e del giornalista-scrittore Antonio Mazzeo. Per anni le carte ufficiali del Muos di Niscemi sono state tenute “nascoste” nei cassetti e non solo della Regione Sicilia, ma in parte anche del Comune di Niscemi. Nel 2008 e negli anni successivi l’area di intereresse e di mobilitazione si allarga e nascono iniziative, cortei e un vero e proprio movimento No-Muos che ha come base la zona di Niscemi e che successivamente tende ad assumere sembianze pluri-polari con nuclei informali e talora organizzati nella varie province siciliane. Negli ultimi mesi sono nati o si stanno costituendo comitati No-Muos a Vittoria, Modica, Ragusa, Chiaramonte e si segnalano micro-gruppi attivi diffusamente in tutta la Sicilia. Recentemente anche vari Sindaci e consigli comunali e provinciali nisseni, ragusani, ennesi e catanesi iniziano a mostrare interesse per la questione MUOS. Complessivamente i deputati regionali e nazionali stanno continuando a disinteressarsi di questa vicenda: ciò appare scandaloso e rischia di creare una insanabile spaccatura tra classe politico-istituzionale e gente delle comunità. Attualmente l’area No Muos sta provando ad alzare il tiro mettendosi in rete, tenta di coinvolgere maggiormente i territori e la gente comune, fa pressione ai Comuni e senza sconti agli esponenti di partito e sta organizzando una grossa iniziativa per bloccare i lavori del MUOS il 29 e 30 Aprile e il 1 Maggio nei pressi della Riserva Naturale.

 

In provincia di Ragusa e in Sicilia che reazione ha la cittadinanza?

C’è una scarsa informazione sul MUOS di Niscemi. La gente comune, ma anche il mondo “dotto” dei mestieri e dei partiti appare spesso ignorante e poco attento alle vicende di questo impianto militare invasivo e dannoso. Solo da due-tre mesi appaiono nei media siciliani frequenti servizi ed articoli piu’ appropriati e questo grazie soprattutto al lavoro incessante dei comitati e del movimento No Muos. Da qualche mese circola pure una Petizione contro il Muos cartacea e on-line e ciò sta consentendo un maggiore coivolgimento delle persone. L’azione e la presenza “reale” di diverse associazioni ambientaliste è annotabile da qualche mese… Penso che la base di interesse e di azione NO MUOS sia in crescita e ciò fa ben sperare per i prossimi mesi. I collegamenti con altri movimenti analoghi sono appena all’inizio. Nell’ultimo corteo di sabato 31 Marzo a Niscemi si è vista qualche bandiera NO-TAV e in rete i contatti tra simpatizzanti e aderenti dei due movimenti stanno aumentando. Penso che l’area NO MUOS ha il dovere di fare una riflessione “politica” sulla necessità di costruire ponti virtuosi con i movimenti e i comitati che lavorano per la tutela dei beni comuni, a sostegno della pace e della non-violenza, per l’affermazione del consumo critico e solidale e di una economia civile ed inclusiva. Connettere, costruire relazioni e contaminazioni, sinergie appare fondamentale.

Intervista di Giulio Pitroso

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