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Peppino Impastato: per non dimenticare chi lotta

919517_461500187274070_165728349_oMaggio è il mese di Peppino. Tra una settimana Cinisi sarà invasa da centinaia di persone, di ragazzi, di bandiere rosse. Una vera tradizione che non tradisce mai la memoria di Peppino e dei suoi compagni, le loro voci che gridavano alla radio e per le strade.
Sono passati trentacinque lunghi anni da quella sanguinosa notte e ci chiediamo che cosa sia cambiato e, cosa più importante, se noi siamo cambiati. Perché gli anni passano e la lotta è sempre la stessa, di generazione in generazione, di città in città. Persone come Peppino, poi, non appartengono a una sola città. Sì, Peppino è nato e morto, o meglio è stato ammazzato, a Cinisi, ma la sua voce e il suo coraggio appartengono a tutti, sono giunti a tutti e  in tutte le città della Sicilia e dell’Italia.
In un paese del catanese, Scordia, sabato 4 maggio si ricorderà Peppino. Lo ricorderanno i ragazzi di ScordiaBeneComune insieme a Giovanni, il fratello di Peppino che doveva imparare a contare e a camminare insieme, facendo quei famosi cento passi fino alla casa dello zio Tano.
“Credo che il modo migliore per ricordare Peppino sia quello di continuare le sue battaglie. La Sicilia è ancora una terra soffocata dal regime politico-mafioso che Peppino combatteva e la sua memoria, come quella di tanti altri eroi siciliani, deve darci la forza di non arrenderci mai”, queste le parole di Pierpaolo Montalto, candidato a sindaco per ScordiaBeneComune alle prossime elezioni comunali. Già, le battaglie. Perché, è bene ricordarlo, spesso le battaglie si vincono: “E’ successo in tante battaglie sociali che abbiamo affrontato, è successo a Palagonia con una straordinaria rivoluzione culturale e sociale ed è successo già anche a Scordia quando abbiamo impedito la costruzione del centro commerciale dei Basilotta, una battaglia vinta che ha ricordato tanto le battaglie di Peppino. La speranza si nutre con la lotta ma anche con le vittorie, è già successo e se ci crediamo succederà ancora” continua Montalto.
Molto significativo per i giovani scordiensi sarà l’incontro con Giovanni Impastato e di questo Montalto ne è sicuro, il quale confida “nella partecipazione di tante ragazze e tanti ragazzi perché l’energia pulita che può arrivare dalle nuove generazioni è fondamentale per rigenerare il tessuto culturale e sociale della nostra terra. A loro mi sento di dire che esistono ancora modelli da seguire e Peppino è uno di questi. Mi piacerebbe vedere tanti giovani impegnati così e sinceramente sono fiducioso, basta visitare il Palazzo dei Beni Comuni a Scordia per esserlo”.
A tanti giovani si rivolgevano le parole di Peppino, a loro gridava che la mafia è una montagna di merda, una montagna sulla quale si sono arrampicate tante persone, tanti vigliacchi, tanti assassini, sfruttatori dei più deboli e dei più poveri. “Il regime che da decenni mortifica la nostra terra si è sempre fatto forte della ricattabilità della nostra gente, della povertà, della distruzione scientifica di tutte le possibilità di sviluppo e di una sottocultura per la quale non esistono cittadine e cittadini ma sudditi. Una sottocultura per la quale non esiste il bene di una comunità ma esistono solo i privilegi di pochi e le elemosine che quei pochi decidono di concedere per alimentare il loro potere” così tuona, infine, Montalto.

Sabato pomeriggio Scordia sarà la città di Peppino Impastato. Da Siciliani il nostro augurio è che si possa parlare di una piccola anticipazione di quello che sarà Cinisi il 9 maggio.

 

Attilio Occhipinti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 Comments

  1. […] Quello che avete appena letto è uno stralcio dell’intervista a Pierpaolo Montalto da parte di GenerazioneZero, a cura di Attilio Occhipinti. Qui di seguito, il link all’articolo completo: http://www.generazionezero.org/blog/2013/05/02/peppino-impastato-per-non-dimenticare-chi-lotta/ […]

  2. davide davide 13/01/2016

    Mai dimenticare l’esempio di Peppino e neppure quello di sua mamma e di suo fratello che hanno saputo dire no alla mafia e dedicare la loro esistenza alla ricerca della verità sulla morte di un vero e proprio eroe della lotta alla mafia

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