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Falcone querela Antonio Mazzeo

Chi è Antonio Mazzeo

 

Le solite storie, si direbbe. Perché chi fa veramente il mestiere del giornalista le querele se le becca, eccome. Eppure ogni storia è diversa e merita di essere raccontata, se non altro, per essere salvata dalla fiumana della superficialità. In questo caso c’è l’aggravante peggiore di tutte, quella mafiosa. Antonio Mazzeo è un professore che fa il giornalista. Insegna educazione fisica, alle medie, a Messina. Giornalista pacifista, si definisce. Si è intestato, anni addietro, la battaglia contro il ponte di Messina e ci ha scritto sopra un libro, “I padrini del ponte”. Qualcuno lo ha conosciuto per essersi pubblicamente opposto, l’estate scorsa, a Sgarbi al Taormina Film Festival: si beccò del “mafioso” dall’allora sindaco di Salemi, lo stesso comune che sarebbe stato sciolto per mafia. Paradossi della vita. Da quasi un anno è diventato la voce più autorevole del No Muos, il movimento che si oppone all’istallazione di antenne da guerra statunitensi a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Ci ha scritto sopra anche un libro pure stavolta, “Un EcoMUOStro a Niscemi”; è edito da Sicilia Punto Elle, la casa editrice di Pippo Gurrieri, l’alfiere dell’anarchismo ragusano, già direttore responsabile de Il Clandestino con permesso di soggiorno e di Sicilia Libertaria.

 

Le minacce alla libertà di stampa

«Credo che la vicenda si commenti da sé, l’unica cosa che vorrei capire è se l’amministrazione di Falcone ha sentito il dovere di costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia che hanno interessato la zona…» dichiara Antonio Mazzeo. La querela che si è visto piombargli addosso dalla giunta di Falcone scaturisce da un articolo sulle infiltrazioni della criminalità organizzata apparso su I Siciliani Giovani e intitolato “Falcone colonia di mafia fra Tindari e Barcellona”.
Il 24 agosto la giunta comunale ha deliberato in merito all’oggetto “Iniziative volte a tutelare l’immagine e la rispettabilità del paese: autorizzazione al Sindaco a nominare legale di fiducia”. La solita vecchia storia del decoro ferito. L’Avvocatessa Rosa Ellena Alizzi viene incaricata a portare avanti la battaglia contro Mazzeo. Con i soldi pubblici, ovviamente: per il momento 526€. Non sono piaciute le ombre gettate “su condizionamenti relativi alle ultime elezioni amministrative”. L’articolo, inoltre, “ha comportato e comporta pesanti ricadute sull’economia locale, incentrata perlopiù sulle attività turistiche e ricettive”.
Il pezzo va letto con molta attenzione. Rivela, infatti, un intreccio di affari e giro di soldi pubblici intorno all’amministrazione di Falcone, oltre a tracciare la storia di alcune importanti mosse delle mafie locali. «Segnalo questo episodio, che riguarda il nostro giornale e anche la situazione sempre più tesa nell’ex “provincia babba» ha fatto sapere Riccardo Orioles, direttore responsabile de I Siciliani Giovani. «Pochi giorni prima era stato denunciato un inquietante “furto” a casa di un altro nostro redattore, in cui i ladri non avevano portato via niente ma si erano limitati a prendere e mettere in bella vista su un tavolo carte e documenti» ha continuato Orioles.

 

La solidarietà

Questa querela è stata percepita dalla nostra redazione come un attacco alla libertà d’espressione e, pertanto, non possiamo che essere solidali con Mazzeo. D’altra parte, solidarietà e visibilità è giunta a cascate da tutta l’area culturale o geografica dell’interessato, a testimonianza del fatto che non è solo. Si è perfino aperta una fanpage su facebook “Io sto con Antonio Mazzeo”. Giornali e partiti hanno dato il loro contributo. Tra gli altri basti ricordare: DieciVenticinque, Barcellonapg.it, Argo, Prc Sicilia, StrettoWeb, Scomunicando, Amegghiuparola, Zenzero – quotidiano, MessinaOra.it.

 

 

Giulio Pitroso

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