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Appello contro lo scioglimento di Scicli: indagini su attacchi hacker

La vicenda che coinvolge, in riferimento all’appello contro lo scioglimento del Comune di Scicli, la Commissione Antimafia della Regione Siciliana e il giornalista Paolo Borrometi si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo la pubblicazione della relazione sul ciclo dei rifiuti in Sicilia e le accuse del giornalista, erano arrivate, infatti, il nostro articolo su alcuni dubbi tecnici e la querela della Commissione presieduta da Claudio Fava.
Lo scorso 28 Settembre, il giornalista Borrometi pubblica, dopo averlo anticipato sui suoi canali social, un articolo chiarificatore. “Nei giorni scorsi – scrive – sono stato sentito dal Consiglio di disciplina dei giornalisti e ho fornito prova documentale incontrovertibile che il famoso ‘appello’ contro lo scioglimento di Scicli fu pubblicato il 15 Marzo 2015”. Nel nostro articolo, pubblicato lo scorso Aprile, sollevavamo dubbi tecnici in relazione ad alcune anomalie dell’articolo in questione: vi era stata una modifica il 2 Marzo 2020? Perché il codice ID ha un progressivo simile agli articoli del 2020 e non a quelli del 2015? Perché dei 25 articoli presenti sul sito con data Marzo 2015, soltanto 24 vengono trovati da strumenti di analisi temporale dei siti stessi?
Una serie di dubbi che abbiamo rivolto a Borrometi stesso. “Sono un giornalista, non sono un tecnico” fu, in sintesi, la sua risposta.

Oggi arriva, invece, la “prova documentale incontrovertibile” che “il sito, appena prima della mia audizione in Commissione antimafia regionale siciliana, ha subito un gravissimo hackeraggio (anzi molto di più e ancora in corso) finalizzato a far credere che io avessi retrodatato la pubblicazione”. Altri dubbi emergono, allora: è stato manomesso soltanto l’articolo contenente l’appello contro lo scioglimento del Comune di Scicli? Era quello l’obiettivo? Ma come faceva l’hacker a sapere, prima della pubblicazione della relazione e, soprattutto, prima dell’audizione, le domande che sarebbero state poste al giornalista?

Abbiamo, allora, raggiunto telefonicamente, su suggerimento dello stesso Paolo Borrometi, l’avvocato Alessandro Vitale per proporgli le nostre domande.

“L’attacco hacker – precisa – non è una possibile risposta, è la risposta alla vicenda che vede coinvolto Borrometi ed è ancora in corso, per cui non posso fornire ulteriori dettagli: ci sta lavorando la Polizia Postale. La vostra è una giusta osservazione, – prosegue – ma ci sono delle indagini in corso e non posso dire altro: le posso dire la mia idea, ma non gliela voglio dire. Il vostro articolo – conclude – è stato strumentalizzato da molti, meglio fare chiarezza”.

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