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Resistenza è esistenza: lo sgombero del Colapesce

L’alba del 4 Giugno le forze dell’ordine di Catania hanno sgomberato il Centro Popolare Colapesce, un centro sociale organizzato da ragazze e ragazzi catanesi in quello che è considerato il cuore della città, nel quartiere San Cristoforo, occupando lo stabile abbandonato e degradato dell’ex Hard Rock Café.
L’occupazione era iniziata un anno e mezzo fa quando i ragazzi del quartiere avevano deciso che fosse il momento, si leggeva nel comunicato, “di riprenderci gli spazi della nostra città sottraendoli all’abbandono e al degrado, entrare e radicarci nei quartieri popolari, vivere ogni giorno le contraddizioni della gente e le ingiustizie sociali per poterle toccare con mano, provando a risolvere attraverso la costruzione di reti solidali e alternative sociali e politiche”. Ed è stato effettivamente così in questi mesi di occupazione.

All’interno del Centro Popolare Colapesce erano state organizzate diverse attività per il quartiere, sia ludico-ricreative che formative. Si faceva il doposcuola per i bambini, corsi di teatro e di musica, si organizzavano le assemblee pubbliche per discutere dei problemi del quartiere e della città, promuovendo quell’idea di democrazia partecipata, di politica dal basso, tanto abusata nella retorica istituzionale. Era stato anche aperto uno sportello legale per dare assistenza gratuita alle lavoratrici, ai lavoratori e ai migranti.
Questa mattina si è deciso di chiudere tutto ciò al fine di riconsegnare lo stabile all’Unicredit, legittima proprietaria delle mura. “Ma dicono che sia legale. Noi diciamo che è ingiusto” scrive Matteo Iannitti su “I Siciliani Giovani”. È ancora una volta la questione della legalità abusata come unico fine e non come strumento di giustizia sociale.
Tuttavia, se è vero che i cancelli impediscono l’ingresso al Centro Popolare Colapesce, le ragazze e i ragazzi che animano questo progetto di comunità non smettono di lavorare: le attività, infatti, stanno proseguendo all’aperto, si sta organizzando un presidio permanente davanti allo stabile e sabato ci sarà una manifestazione per le vie della città. Resistenza è esistenza.

Simone Lo Presti

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