Le lancette dell’orologio continuano a scoccare verso le imminenti elezioni Europee del prossimo 26 maggio, con le quali si rinnoverà il Parlamento di Bruxelles (eletto a suffragio universale dal 1979). A differenza dei singoli Parlamenti nazionali i quali sono divisi per partiti politici, in quello Europeo ci si divide per gruppi di partiti a seconda delle affinità politiche.
Oggi distinguiamo nove gruppi: Partito Popolare Europeo (PPE), Socialisti e Democratici (S&D), Alleanza dei Liberali e Democratici (ALDE), Verdi/Alleanza Libera Europea (V-ALE), Sinistra unitariaEuropea/Sinistra Nordica (GUE-NGL), Conservatori e Riformisti europei (ECR), Europa della Libertà e Democrazia Diretta (EFDD), Europa delle Nazioni e delle Libertà (ENF) e Non iscritti (NI).
L’attuale composizione delle varie famiglie politichecambierà con l’ascesa dei cosiddetti partiti sovranisti. Proprio per questo, le carte in tavola saranno mischiate di nuovo, anche se difficilmente l’attuale assetto subirà grandi stravolgimenti. Analizziamo nel dettaglio l’attuale composizione del Parlamento Europeo.
I gruppi politici di Maggioranza
– Partito Popolare Europeo (PPE): è la famiglia parlamentare più numerosa del Parlamento. Fondato nel 1976 oggi conta 219 seggi e raccoglie i partiti che si definiscono di centro e centrodestra nei rispettivi parlamenti nazionali. In particolare, troviamo in questo gruppo gli italiani di Forza Italia (FI), il Partito Popolare (Pp) spagnolo, la CDU tedesca e i Repubblicani francesi. Da questo gruppo derivano anche alcune delle più alte cariche delle istituzione europee: Il Presidente della Commissione Juncker, il Presidente del Parlamento Europeo Tajani e il Presidente del Consiglio Europeo Tusk.
– Socialisti e Democratici (S&D): con 189 seggi è il secondo gruppo più numeroso e rappresenta i partiti di centrosinistra. Vi troviamo il partito socialdemocratico tedesco (Sdp), il Partito Democratico (PD) italiano, il Partito socialista spagnolo (Psoe) di Pedro Sanchez e i laburisti di Jeremy Corbyn. Tra i temi portati avanti da questo gruppo c’è il rispetto all’ambiente, la riduzione delle diseguaglianze e una più solidale politica di accoglienza nei confronti dei migranti.
– Alleanza dei Liberali e Democratici (ALDE): questo terzo gruppo parlamentare, insieme ai due precedenti, va a completare la maggioranza del Parlamento europeo. Composta da 68 seggi la famiglia dei liberali è guidata dal Belga Guy Verhofstad, ex primo ministro dal 1999 al 2008 e balzato agli occhi dell’opinione pubblica italiana per aver definito il Premier Conte come il “burattino” di Salvini e Di Maio. Al momento nessun Partito Italiano si trova all’interno del Gruppo ma qualora +Europa di Emma Bonino dovesse raggiungere la soglia minima (4%) per accedere alla ripartizione dei seggi europarlamentari rientrerebbe nel gruppo dei Liberali. Il gruppo punta ad essere il secondo più numeroso di Bruxelles, infatti sia En Marchedi Macron sia gli spagnoli di Ciudadanos strizzano l’occhio ad ALDE per puntare a creare un grande fronte centrista e liberale che abbia una forza maggiore in Europa.
I gruppi politici d’opposizione
– Conservatori e Riformisti europei (ECR). Numericamente parlando, con 71 seggi, è il maggior partito d’opposizione presente a Bruxelles. Il gruppo è nato due legislature fa, nel 2009, e riunisce i partiti di destra dell’Unione Europea. Tra i partiti più numerosi presenti ci sono il Partito Conservatore inglese e il PiS polacco, a cui si aggiungono il Partito Popolare Danese (Df) e il Partito Democratico Civico della Repubblica Ceca (Ods). Al gruppo ha aderito anche Fratelli d’Italia.
– Verdi – Alleanza Libera Europea al Parlamento europeo (Verdi/Ale): con 52 seggi riunisce i partiti ecologisti, progressisti e indipendentisti dell’Unione. I partiti nazionali più forti all’interno del gruppo sono quelli tedeschi (Bündnis 90/Die Grünen), francesi (Europe Écologie) e svedesi (Miljöpartiet de Gröna). Sono presenti gli indipendentisti spagnoli di Sinistra Repubblicana di Catalogna, il Partito Nazionale Scozzese, C’è solo un italiano presente all’interno del gruppo ed è Marco Affronte (ex M5S). Nessun membro dei Verdi Italiani si trova all’interno del gruppo.
– Sinistra unitaria (GUE-NGL). Nata verso gli inizi degli anni 90 dalle ceneri dei partiti communisti più grandi d’Europa Occidentale (PCI, PCF, PCE, KKE) che rappresentavano la tendenza all’eurocommunismo, questa famiglia parlamentare, composta oggi da 51 membri, catalizza i partiti di sinistra presenti all’interno del Parlamento Europeo. I partiti nazionali con un numero maggiore di seggi sono quelli spagnoli, tra cui spicca Podemos, a cui si affiancano la Die Linke tedesca con 7 seggi, il Front de Gauche (oggi France Insoumise + PCF) e L’Altra Europa on Tsipras (oggi La Sinistra). Sono rappresentati anche due partiti animalisti, uno tedesco e uno olandese con un europarlamentare a testa.
– Europa della Libertà e Democrazia Diretta (EFDD). Composto da 45 membri riunisce, paradossalmente, i partiti euroscettici. Il partito nazionale più forte è l’inglese Ukip di Farage con ben 20 seggi, seguito dal Movimento 5 Stelle che nel 2017 aveva chiesto l’accesso al gruppo ALDE, il quale però ha rifiutato la proposta per divergenze politiche.
– Europa delle Nazioni e delle Libertà (ENF). Composto da 40 memmbri provenienti da 9 paesi diversi rappresenta i partiti euroscettici e di destra dell’Unione Europea. I due partiti più numerosi sono il Front Nacional della Le Pen e la Lega di Matteo Salvini, seguiti dal Partito della Libertà Austriaco (FPÖ) e Olandese (PVV)
Visto il quadro complessivo sarà interessante vedere dove si collocheranno, dopo i risultati delle elezioni, i partiti di Salvini e Orban. La Merkel ha già fatto sapere di non voler fare nessuna alleanza tra PPE e sovranisti, smontando così le speranze del Presidente Ungherese.
Altra nazione da tenere sott’occhio è l’Inghilterra, dopo la proroga della Brexit ad ottobre 2019 i Partiti inglesi correranno anch’essi per le elezioni europee. In forma smagliante troviamo Nigel Farage, leader dell’Ukip, che diede il via al Referendum popolare di tre anni fa in cui si votò l’uscita dall’Unione Europea da parte dell’Inghilterra. Gli ultimi sondaggidanno il partito euroscettico al 34% superando di gran lunga i laburisti (21%) e conservatori (11%), un risultato inaspettato dato che si sta ancora discutendo di un possibile secondo Referendum per rimanere all’interno dell’Unione Europea.
Tra Brexit e ascesa dei sovranisti si prevedono elezioni europee molto incerte ma anche interessanti dal punto di vista politico. Sicuramente sono un banco di prova per testare la tenuta dell’Europa.
Youssef Hassan Holgado
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