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Manifestazione antirazzista, crisi del dibattito politico ragusano

Sabato 15 Dicembre si è svolta in Centro a Ragusa una Manifestazione organizzata dalla Rete antirazzista Iblea. Quest’ultima è un movimento apartitico ad adesione individuale che si batte contro ogni forma di discriminazione e sfruttamento; uno spazio libero e solidale di riflessione e mobilitazione.
Avvicinandosi al centro, si respira un clima d’attesa. Un’assemblea multiforme riempie la piazza: giovani di varie etnie, operatori del settore immigrazione, esperti di accoglienza, sostenitori e oppositori dell’attuale governo. L’assemblea è fredda, un po’ esitante; si aspetta ancora qualcuno e si spera che il freddo non faccia saltare il tutto. Bandiere No Muos in bella mostra, un microfono compare tra la folla che fa spazio alla voce tonante di Giuseppe Gurrieri, militante anarchico e direttore di “Sicilia Libertaria”, lì in veste di moderatore. “Scendiamo in piazza contro la Legge Salvini e le politiche discriminatorie del governo gialloverde – afferma Giuseppe-. Oggi -continua- nel nostro paese i migranti sono criminalizzati come categoria e le politiche d’integrazione sono state ridotte in nome della sicurezza. Ma una società che sceglie di non integrare diventa solo più vulnerabile ed instabile.” Gli striscioni, cartacei e virtuali, recitano: “Per la difesa dei diritti di tutti, No legge sicurezza Salvini”. Questo il messaggio lanciato sui social che ha invitato alla più ampia partecipazione per smuovere le acque ferme dell’indifferenza. Vari interventi hanno concentrato la discussione sulla lettura critica del Decreto Sicurezza e di tutto il suo substrato ideologico, fatto di una narrativa che si concentra sul tema immigrazione e che mira a problematizzarlo. Una crisi artificialmente prodotta da dare in pasto alle masse infervorate dai problemi economici e dall’arresto della ripresa. Rallentamenti che il paese soffre da ormai quasi un decennio e che non sono imputabili agli eventi migratori. Narrativa che si traduce in un accanimento contro i più deboli e che favorisce il sedimentarsi di estremismi e intolleranza.

Tra le voci della piazza, Andrea Papa di UDS Vittoria, il quale ci ha lasciato un commento sulla manifestazione e sulle sue motivazioni: “Sul decreto Salvini ti posso dire soltanto che la penso un po’ come tutti. Un decreto criminale che mira alla demonizzazione del migrante. Lo usa come capro espiatorio per coprire l’instabilità del suo Governo giallo-verde. Un Governo non può pretendere di risolvere la situazione mettendo in strada le persone che arrivano o rimandandole al proprio paese, ma dovrebbe concentrarsi su come toglierle dalle strade realmente.”
Hanno parlato esperti del settore dell’accoglienza e consulenti in tema di immigrazione. Presenti in gran numero anche i ragazzi accolti nelle strutture SPRAR, i quali hanno fatto sentire la loro voce tramite striscioni caricaturali in cui il Ministro dell’Interno è dipinto come un orco divoratore della penisola, un arcigno titano che raccoglie indifesi migranti sulle sponde mediterranee e li lancia tra i marosi. Piccoli stacchi etnici conditi da esibizioni di strumenti musicali a percussione tipici delle culture sub-sahariane, come i bongo, djembe e tamburi parlanti, hanno alleggerito gli animi da interventi e cori a tratti veementi. L’evento è stato vissuto e ideato come uno scossone di vita per un dibattito locale sempre più assopito su temi nazionali e locali.
Io penso che la sinistra si sia disgregata a tal punto che anche in queste manifestazioni, ci sono quelle persone che pur essendo dello stesso partito la pensano in modo totalmente diverso. Ad esempio il PD ormai non può definirsi un partito di sinistra ma nemmeno di centro sinistra, forse più di destra. Siamo testimoni dei conflitti interni proprio sul caso migrazione” ci ribadisce Andrea.

Crisi del dibattito politico locale

Manifestazioni come questa ci costringono ad una scomoda riflessione sulla partecipazione civile nel capoluogo Ibleo. Si sonnecchia nelle aule comunali e nei salotti della società civile che appare particolarmente passiva. Mentre le metastasi giurassiche dei neofascisti si sviluppano sul territorio, la politica non sembra preoccuparsene. Grandi assenti della manifestazione, oltre ai rappresentanti dell’opposizione, le istituzioni ed il Prefetto. L’Amministrazione Comunale sembra evitare come la peste eventi simili, appare disinteressata ai grandi temi nazionali. In tutto questo, la stampa locale dimostra, con l’eccezione di due o tre quotidiani rinomati, un tiepido interesse per l’accoglienza e per le attività di integrazione.
Qual è la salute del dibattito pubblico a Ragusa Città? Catatonico forse è l’epiteto giusto. I Comitati elettorali, che tanto chiasso hanno fatto sotto competizione, sono quasi tutti scomparsi e dissolti. I protagonisti della tornata elettorale e le opposizioni locali non partecipano attivamente alla vita del Comune, ed escluso casi unici, non fanno sentire neanche la loro voce alla stampa. La presenza a questi eventi è benché minima, quando invece la fila della compravendita di favori per le varie “consulte giovanili” e per i nominati assessori e collaboratori dell’ultim’ora si allarga progressivamente. Dall’ascesa dei 5 stelle, il dibattito in città ripercorre e si ritrova nello stesso destino del centro storico: deserto, immobile e vuoto.

Salvatore Schininà, Sandro Tumino

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