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“TERRA, SOLCHI DI VERITÀ E DI GIUSTIZIA”- Ragusa ricorda le vittime di mafia

Dal 1996 il 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno. Come ogni anno, Libera – associazioni nomi e numeri contro le mafie, gli enti locali, le scuole e tanti cittadini si sono uniti per ricordare le vittime della mafia e condividere l’importanza dell’impegno civile. Il titolo di questa edizione è stato “Terra. Solchi di verità e di giustizia”.

Anche a Ragusa, per l’occasione, è stata organizzata una manifestazione il 20 marzo con gli studenti delle scuole superiori al fine di sensibilizzare la cittadinanza e mantenere alta l’attenzione nei confronti del fenomeno criminale di natura mafiosa, che interessa tutta la provincia di Ragusa.
Il corteo cittadino si è riunito alle 9:30 in via Zama e, passo dopo passo, accompagnato da musica e cori, ha ricordato gli innocenti uccisi dalla brutalità mafiosa. Attraverso la lettura ad alta voce dei nomi delle oltre 900 vittime, le voci dei partecipanti hanno spezzato l’omertoso silenzio per creare reti di condivisione e unione.

“Vietato dimenticare”, “Senza memoria non c’è futuro”, “la mafia uccide il futuro” “la liberà non ha pizzo”-  sono alcune delle frasi che, su striscioni e cartelloni, hanno accompagnato i manifestanti fino al City, dove si è svolto un ultimo momento di riflessione guidata dagli interventi dei rappresentanti di Libera, i quali hanno ribadito l’importanza della partecipazione e dell’impegno.

Giulio Pitroso, in qualità di rappresentante del presidio, ha sottolineato l’importanza dell’unione sociale per estirpare alla radice il fenomeno mafioso: “abbiamo portato avanti diverse iniziative, questa è una delle più importanti. Secondo l’indice delle organizzazioni criminali, la provincia di Ragusa risulta essere la prima sul piano nazionale. Sono soprattutto fattori economici e sociali a influenzare il grado di vulnerabilità di un territorio al crimine organizzato. Il modello che vogliamo rilanciare oggi è quello di una società civile capace di dialogare con le istituzioni. Noi, stando qua oggi, facciamo un danno enorme alla mafia. Costruiamo delle reti tra di noi!”.

La manifestazione si è conclusa con la lettura della rassegna stampa curata da Simone Lo Presti, che ha offerto un interessante spunto di riflessione sull’attuale presenza della criminalità organizzata nel territorio ibleo. I riferimenti ad alcune delle vicende più eclatanti, come il caso dei fratelli Nigito, che nel 2012 hanno sfregiato un uomo per il controllo delle slot machine a Vittoria; la morte di Michele Brandimarte, affiliato alla ‘ndrangheta calabrese e ucciso il 2014 a Vittoria da sette colpi di pistola; fino ad arrivare alla controversa questione legata alla costruzione del porto turistico di Marina di Ragusa rendono evidente l’infiltrazione mafiosa nel territorio ibleo e, di conseguenza, improcrastinabile il bisogno di reagire, perché la mafia, purtroppo, continua ad esistere e a manifestare la sua presenza con spargimento di sangue ed estorsioni.

Insieme possiamo superare la cultura mafiosa- così Vittorio Avveduto, referente provinciale di Libera, ha commentato il corteo cittadino- L’antimafia si basa sulla costruzione di relazioni, dobbiamo dare vita a una cultura diversa in cui sia possibile dare spazio a parole come solidarietà, giustizia, progresso. Dobbiamo lottare contro la mafia attraverso connessioni tra di noi, per realizzare la giustizia”.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Ragusa, ha visto anche l’intervento e la partecipazione del sindaco Federico Piccitto: “Grazie alla manifestazione le vittime non perderanno la loro identità. La mafia tende a cancellare le personalità, si basa sulla prevaricazione e sulla paura. L’appello che vi faccio è di pensare a quei nomi come appartenenti a persone che non hanno scelto scorciatoie nella loro vita. Il nostro ricordo oggi porta con sé l’impegno di mantenere viva la nostra identità e l’identità dei nomi oggi commemorati. Non basta una giornata, l’impegno e la cultura dell’antimafia vanno mantenuti nel quotidiano. Vi auguro di vivere secondo i valori della lealtà e della correttezza, principi che rendono una società veramente civile”.

L’unione di istituzioni, scuole e associazioni sotto l’unica bandiera della giustizia sociale e dell’antimafia, ha sicuramente dato un segno importante per il coinvolgimento della città, a prova di una sana forma di ribellione contro una realtà che continua a rappresentare un cancro da arginare con la partecipazione e l’impegno, nella consapevolezza che i solchi della società possono essere risanati solo tenendo alta la bandiera della Verità e della Giustizia.

Ones Farhat

 

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