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Intolleranza e violenza: quando la crisi sociale prende forma

Sabato 3 febbraio l’Italia ha avuto l’ennesima manifestazione di quanto sia tesa la situazione sociale, minacciata da pericolose forme di estremismo ideologico.  A Macerata Luca Traini, 28 anni, ha sparato 30 colpi di pistola dalla propria auto, ferendo sei passanti. I feriti non sono casuali, sono tutti giovani migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana. Cinque uomini e una donna, colpiti dalla ferocia di un’ideologia malata. Mahamadou Toure, giovane del Mali, è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di rianimazione. Fortunatamente sono fuori pericolo le altre vittime colpite dalle 30 pallottole di Traini: Wilson Kofi e Omar Fadera, rispettivamente del Ghana e del Gambia; Gideon Azeke, Festus Omagbon e Jennifer Odion, tutti e tre nigeriani. Jennifer, unica donna ferita, ha commentato con parole cariche di sconforto il triste episodio in cui è stata coinvolta: “La ferita che mi fa piangere non si vede, non è quella che ho sul corpo, dentro sto molto peggio di come possa apparire esternamente”.

Al momento dell’arresto Traini non oppone resistenza, è lui il responsabile della sparatoria. Lo dichiara con sguardo fiero, accompagnato dall’inconfondibile saluto fascista, che non lascia dubbi circa la sua identità ideologica e politica. Militante della Lega Nord, con cui è stato candidato al consiglio comunale di Corridonia nel 2017, ha agito influenzato dalle ideologie radicali dell’estrema destra, che prendono forma sulla sua fronte nel tatuaggio raffigurante il Wolfsangel, simbolo celtico usato dalle organizzazioni neonaziste.

Allarmanti tanto quanto l’attentato sono le reazioni di chi ha voluto assolvere il folle gesto: “Non lo giustifico, però con questi spacciatori nigeriani non se ne può più”, commenta un abitante del luogo.
Non sono mancate altre ineccepibili manifestazioni di solidarietà nei confronti del terrorista. “Onore a Luca Traini”- questa la scioccante scritta comparsa sullo striscione di sostegno esposto tre giorni dopo l’attentato da un gruppo di ragazzi a Ponte Milvio, nei pressi dello Stadio Olimpico di Roma.
Non sono tardati ad arrivare neanche i commenti dal mondo della politica, che ha sfruttato la notizia a scopo propagandistico, in vista delle elezioni del 4 marzo. Il Segretario della Lega, Matteo Salvini, ha minimizzato l’accaduto dichiarando che “non si tratta di allarme fascismo”, piuttosto “è colpa di chi ci riempie di clandestini”. Silvio Berlusconi, ha esteso la lista delle promesse elettorali, promettendo di espellere 600 mila migranti irregolari. Il Cavaliere ha inoltre negato ogni coinvolgimento da parte delle ideologie politiche nel gesto di Traini: “È una cosa direi incomprensibile, solo uno squilibrato può fare una cosa del genere, non ci vedo nulla di politico perché la politica non porta a queste follie”.

Il gesto di Traini, tuttavia, non è frutto di follia ma di una consapevole adesione alle ideologie più estreme delle frange dell’estrema destra. Ulteriore prova della matrice ideologica che ha guidato il suo gesto è il ritrovamento di una copia del Mein Kampf all’interno della sua camera, durante le indagini delle forze dell’ordine. L’azione di Traini è la manifestazione di un allarmante fenomeno sociale le cui radici sono da ricercare tra le file dell’estrema destra, che, supportata dai mezzi d’informazione, ha sdoganato le più pericolose ideologie xenofobe.

Dall’ultimo rapporto dell’Eurispes (Istituto di Studi Politici Economici e Sociali: www.leurispes.it/) è emerso che la concezione degli italiani sull’immigrazione è sproporzionata rispetto alla realtà dei fatti: la percentuale di immigrati all’interno del territorio italiano è del 8%, tuttavia per il 35% degli intervistati la percentuale di migranti sarebbe il doppio; per il 25%, invece, un residente su quattro sarebbe straniero. La difficile gestione dei flussi migratori ha alimentato il diffondersi di sentimenti di insicurezza e intolleranza, la crisi economica ha aumentato il senso di sfiducia nei confronti della politica e il malcontento generale ha portato a un progressivo processo di frantumazione del tessuto sociale. L’estremismo politico è diventato la cassa di risonanza di questo fermento sociale, la violenza e l’accanimento, invece, la valvola di sfogo. Stigmatizzare l’allarmante ritorno in auge dei simboli e delle ideologie fasciste sembra non essere più sufficiente a bloccare il fenomeno.

Il raid razzista di Macerata non è un caso isolato. Sulla stessa lunghezza d’onda il gesto del Movimento dei Giovani Padani.  In occasione della festa tradizionale della “Giubiana”, celebrata l’ultimo giovedì di gennaio in piazza a Busto Arsizio, è tradizione bruciare un fantoccio di cartapesta in segno di buon auspicio. Per l’occasione i Giovani Padani hanno messo al rogo un fantoccio della Presidente della Camera, Laura Boldrini. Le loro ideologie estremiste hanno così trasformato la tradizione in un orgoglio patriottico macchiato di violenza politica e intolleranza, indice di un allarmante e crescente consenso che l’estrema destra sta ottenendo tra le fasce più giovani della popolazione. La propaganda politica e i media hanno strumentalizzato il fenomeno dell’immigrazione, influenzando negativamente la percezione degli italiani. Negli ultimi anni si è creato un vuoto, la sinistra al governo ha deluso le aspettative del popolo, che nella destra inizia a vedere una esasperata possibilità di riscatto. Questi eventi lasciano un senso di sconforto, strappano le pagine più tristi della storia per riscriverle e riproporle, dimostrando che la lezione del passato non è stata recepita.
La storia si ripete.

Ones Farhat

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