A dieci giorni dalle elezioni, dopo il risicato ma onesto 4,03% che ha permesso alla lista L’altra Europa con Tsipras di entrare nel Parlamento europeo, con tre rappresentanti, gli animi all’interno del movimento non sembrano essersi calmati. O, forse, non lo sono mai stati. Basti ricordare gli iniziali ritiri “d’eccellenza” di Camilleri e Flores D’arcais, o l’abbandono del progetto politico da parte dei Comunisti Italiani, a causa delle incomprensioni sui propri candidati. Ad elezioni avvenute, i problemi che affliggono la neonata lista sono ben altri, uno fra tutti, scegliere con chi stare. Già, perché rimarcando la secolare tradizione della sinistra, è ritornato lo spauracchio di “chi è più comunista di chi” o sarebbe meglio dire, in questo caso, chi è meno comunista di chi, essendo questa volta un problema tutto interno alla dirigenza di Sel. A far esplodere il caso, Gennaro Migliore, responsabile agli esteri all’interno del Partito di Vendola e capogruppo alla camera dei deputati che qualche giorno fa ha definito un “errore” la partecipazione di Sel al Gue (la sinistra europea) indicando il Pse come il naturale alleato di Sel. I tentativi di “fare pace” con i democratici arrivano anche da Vendola che, dopo una serie di dichiarazioni poco chiare in questi giorni, ha finalmente definito la propria posizione, dopo l’incontro a Bruxelles con Alexis Tsipras e Martin Schulz: «Per noi è fondamentale il patto fatto con Tsipras, ed è molto importante che in Ue ci sia una sinistra capace di rinnovarsi e di incalzare il partito del socialismo europeo per costruire un fronte largo contro l’austerity. Difficile immaginare che chi è stato eletto con l’Altra Europa per Tsipras possa militare nel gruppo Socialisti e democratici». Della stessa opinione è il coordinatore nazionale di Sinistra ecologia e libertà, Fratoianni, esponente dell’ala sinistra del Partito, che nei giorni scorsi si era duramente opposto a Migliore. Dure parole sono invece state scagliate da Claudio Fava, fondatore assieme a Vendola, nel 2009 di Sel, creata da una costola di Rifondazione: «Una scelta grave, un cambio di rotta irresponsabile, mai discusso nel partito, che muta profondamente la natura di Sel, Vendola ha parlato a titolo personale».
E la Spinelli?
Le polemiche all’interno della lista, non si fermano però qui. Già da qualche giorno infatti circola la notizia del “ripensamento” di Barbara Spinelli di entrare all’interno del Parlamento Europeo. L’editorialista dell’Espresso, infatti, candidata capolista in tutte le circoscrizioni, aveva dichiarato prima delle elezioni di non voler, se fosse stata eletta, entrare all’interno del Parlamento, ma di essere candidata capolista “per metterci la faccia” e solo per creare un “gancio di traino per gli elettori”.
Spinelli ha dichiarato, inoltre, di aver ricevuto esortazioni e pressioni dagli stessi elettori e da Alexis Tsipras, che la vorrebbe proporre come vicepresidente del parlamento: «Capisco che ciò che ti chiedo forse vada oltre i tuoi progetti personali, e tuttavia sono costretto a chiedertelo, considerando il tuo ruolo fortemente garante per la continuazione del progetto».
Sebastiano Cugnata
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