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Torino è con Nino Di Matteo

“Scusami, ma chi è ‘sto Nino Di Matteo?”, disse il signore dall’accento spiccatamente nordico, mentre si sistemava il berretto sopra la testa. “E’ un magistrato, che è stato minacciato da…”, risposi io, ma fui subito interrotto, mentre un timido sorriso di cortesia stava prendendo forma sul mio viso. “Ah sì sì, quello minacciato dal mafioso…da Riina! Ma tanto ora ci pensa Renzi a sistemare tutto!”. Incredulo, restai zitto per un paio di secondi. “Dai sto scherzando, grazie per l’informazione. Buona serata!” ed il signore dall’accento nordico e dal tono beffardo se ne andò. Fine.

DSC_0006Dalla parte di Nino Di Matteo

Sembra proprio una storiella da bar, di quelle che si raccontano agli amici che, ritardatari, si dispiacciono per essersi persi una scenetta del genere. Eppure è un fatto accaduto realmente. Siamo a Torino, per la precisione in Piazza Castello, non siamo in un bar (gli amici ritardatari però sì, quelli non mancano mai) e c’è un grande striscione che recita così: “Torino è con Nino Di Matteo: uccideteci tutti!”.
Il Movimento delle Agende Rosse, fondato da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, sabato scorso ha organizzato in piazza Castello un presidio a sostegno del magistrato Di Matteo. Proprio davanti alla sede della Regione Piemonte un gruppo di persone, con in mano le ormai celebri agende rosse, staziona lì, fermo, mentre decine e decine di ragazzi passeggiano per la piazza, tra risate e divertimento. È pur sempre sabato. Alcuni poliziotti di vedetta sotto gli archi della Regione osservano la situazione, ma è tutto molto tranquillo.
Qua e là ci sono le bandiere dei No Tav, una costante in piazza Castello, e anche una bandiera del movimento No Muos. Una signora, avrà avuto una quarantina d’anni, con passo svelto esclama incuriosita: “Ah, ci sono i No Tav, e lì che c’è scritto? No Mutos?”. La sua voce si perda tra quelle della piazza.
Tornando al presidio, ci fermiamo a parlare con la portavoce del movimento, Carmen Duca. “E’ andato tutto bene, oggi sono venute circa settanta persone. Un numero positivo, se si fa il confronto con gli altri presidi in Italia”, precisa Carmen, che aggiunge “Torino risponde molto a queste iniziative. Un mese fa c’è stato un incontro con lo stesso Di Matteo, Travaglio e Gomez del Fatto Quotidiano ed altri personaggi importanti”.
Sembra di poter capire che c’è un certo dinamismo nel capoluogo piemontese. Un territorio che, ricordiamo, è stato (ed è) al centro di vicende di una certa entità, come il processo Minotauro, che ha inchiodato elementi di spicco della ‘ndrangheta, che operavano in Piemonte col beneplacito della politica locale.

Da Palermo a Torino, passando per Napoli, Cagliari e Firenze, una grande mobilitazione di persone comuni si muove al fianco del magistrato palermitano.
Nino Di Matteo, l’uomo della Trattativa Stato-mafia, “quello che è stato minacciato dal mafioso” (cit. uomo della strada di Torino) è in ogni città.

Attilio Occhipinti

Foto di Andrea Contratto

One Comment

  1. attilio occhipinti attilio occhipinti Post author | 17/02/2014

    Refuso: Peter Gomez non ha partecipato all’evento sopra indicato.

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