Press "Enter" to skip to content

“Indignez-vous!”: un appello per la nuova Resistenza

Stéphane Hessel è stato un diplomatico francese di origine tedesca, che ha partecipato alla stesura della
Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. Nato da genitori protestanti di origine ebrea, diventa Partigiano della Resistenza francese e nel 1944 viene deportato nel campo di concentramento di Buchenwald dal quale riesce a fuggire per riunirsi alle truppe americane. Hessel è un europeo che ha vissuto in prima linea le principali esperienze che hanno segnato il Novecento e ha partecipato non solo alla Resistenza, ma anche alla ricostruzione culturale dell’Europa.

Nel 2010, alla veneranda età di 93 anni, è protagonista di un vero e proprio caso editoriale: il pamphlet
“Indignez-vous!”. Un opuscolo di 14 pagine che si rivolge alle giovani generazioni con un testamento biografico-politico che incarna i valori della Resistenza. Hessel individua il motivo fondamentale dell’indignazione e lancia un appello ai giovani a raccogliere l’eredità della Resistenza ma, soprattutto, a trovare i propri motivi per indignarsi e resistere:”Quando qualcosa vi indigna come io sono stato indignato dal Nazismo, allora si diviene militanti, forti e impegnati” dice Hessel che chiede di partecipare storicamente alla difesa dei diritti umani e delle conquiste sociali messe, oggi, continuamente in discussione. Le due grandi sfide del XXI^ secolo sono già evidenti: l’immenso scarto tra i molto poveri e i molto ricchi che continua a crescere, i diritti dell’uomo e lo stato del pianeta. Mantenersi indifferenti di fronte a questi temi rappresenta oggi la peggiore delle attitudini, un rischio da scongiurare.

Hessel, che si indignava per le violazioni israeliane descritte dal rapporto Goldstone del 2009, prende esempio dalla questione Palestinese per indicare la via della non-violenza:”Possiamo comprendere l’esasperazione dei gesti terroristici, ma non possiamo accettarli”, afferma, perchè nella prospettiva della conciliazione di culture differenti la non-violenza rappresenta “un mezzo più sicuro per far cessare la violenza”.
“Il nazismo è vinto”, conclude Hessel, ma questa minaccia della barbarie fascista non è sparita completamente: serve un’insurrezione pacifica contro i mezzi di comunicazione di massa che propongono soltanto l’orizzonte del consumo, del disprezzo dei più deboli e della cultura, l’amnesia generalizzata e la competizione ad oltranza. Resistere significa, infine, creare qualcosa di nuovo.

“Indignez-vous” ebbe un vero un proprio successo arrivando a vendere circa 700.000 copie nella sola Francia. Ispirò il movimento giovanile degli “Indignados” e di “Occupy Wall Street” e innescò anche un interessante dibattito internazionale: il politico italiano Pietro Ingrao rispose con il libro “Indignarsi non basta” ed Hessel completò, allora, il suo testamento per i giovani con altri due libretti, “Impegnatevi!” (2011) e “Vivete” (2012), prima di morire nel 2013.
Il messaggio di Hessel rappresenta un incoraggiamento importante per le giovani generazioni, perchè concilia l’eredità del passato con la prospettiva del futuro, chiede di appropriarsi dello spirito della Resistenza e di renderlo attuale alla luce di nuove sfide che richiedono nuovi protagonisti. Il messaggio di Hessel fornisce anche un impegno esemplare da parte di un anziano 93enne, che non è interessato a mobilitare l’argomento del “Io ho fatto la guerra” con sterile paternalismo, ma continua ad impegnarsi in prima persona per cercare di comprendere il mondo e che non smette di leggere, scrivere e confrontarsi anche se gli resta poco tempo a disposizione.

                                                                                                                                                    Massimo Occhipinti

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *