Le scorse settimane gli attivisti di Extinction Rebellion si sono riversati nelle strade centrali di Londra. Nel mirino delle proteste ci sono banche e istituti finanziari come la banca d’Inghilterra, la Barclays e Black Rock. Chiedono che vengano tagliati i fondi alle maggiori aziende energetiche per bloccare le nuove costruzioni di oleodotti, stazioni petrolifere e miniere di carbone. Secondo una ricerca pubblicata lo scorso settembre dal think-tank Carbon Tracker, soltanto nell’ultimo anno sono stati approvati progetti energetici per un valore di 50 miliardi di dollari da parte delle più importanti aziende petrolifere mondiali. Questi nuovi piani di mercato, secondo Carbon Tracker, rischiano di superare i limiti di emissione di CO2 nell’atmosfera imposti dall’accordo di Parigi del 2015.
Le proteste hanno coinvolto oltre venti città in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia passando per l’Europa. In Italia, infatti, lo scorso 11 ottobre alcuni attivisti del movimento Extinction Rebellion Italia hanno indetto uno sciopero della fame in segno di protesta contro il Decreto clima portato avanti dal ministro dell’Ambiente. Secondo gli ambientalisti, le misure adottato sono insufficienti a raggiungere l’obiettivo zero emissioni di gas serra entro il 2025, proprio per questo hanno chiesto un incontro con il ministro Sergio Costa.
Le recenti proteste di ER si sommano alle manifestazioni dei giovani di FFF (Fridays for future) che da oltre un anno riempiono le piazze delle più importanti capitali. Il movimento, trainato dal carisma pacato e adolescenziale della svedese Greta Thunberg, ha ricevuto una forte risonanza mondiale, tanto che la stessa Greta, insieme ad altri esponenti di FFF, ha incontrato i capi di Stato e di Governo alla recente Assemblea delle Nazioni Unite.
Sicuramente c’è molta disinformazione sulle tematiche riguardanti il surriscaldamento climatico ed è impensabile pensare di fermare nell’immediato la produzione di energia fossile. È necessario però, che vengano spesi soldi a sufficienza anche per creare nuovi circuiti basati su un’economia circolare (di cui l’Italia è tra i leader in Europa), riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente. Per ora a Londra la risposta delle istituzioni è passata attraverso la repressione delle proteste. Infatti, come riporta Reuters, sono stati arrestati circa 1400 manifestanti. In Belgio ne sono stati arrestati 300, in Germania altri 130. Siamo sicuri che questa sia la risposta giusta?
Youssef Hassan Holgado
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