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Scommesse criminali! – Capitolo 1

I Fratelli Nigito

È il 18 luglio 2012, l’ora di pranzo, quando all’interno di una tabaccheria, situata nel centro di Vittoria, vengono esplosi 20 colpi di pistola. Obiettivi dell’agguato sono i fratelli Nigito, Francesco (che morirà la sera stessa), Giuseppe e Gianluca; il movente il controllo della distribuzione e dell’installazione delle slot machine e dei distributori automatici di bevande nel comune di Vittoria. La polizia, nel giro di poche ore, arresta i due fratelli sopravvissuti (Giuseppe e Gianluca), Gian Battista Ventura (detto Titta ‘U marmararu), Enzo Giliberto, il figlio di questi, Francesco (poi assolto in processo) e Rosario Greco: tutti presenti al momento della sparatoria e ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento personale. Ad agire è Massimo Interlici, reo confesso, titolare di un’attività per la gestione delle slot machine e, quindi, concorrente dei fratelli Nigito. Una discussione chiarificatrice tra Interlici e i Nigito, dovuta probabilmente alla distribuzione da parte di Interlici di un paio di slot machine durante un periodo di assenza dei Nigito, che si tramuta in una vera e propria resa dei conti.
Di origini niscemesi, tutti residenti nel quartiere Forcone, i Nigito sono stati soggetti di grosso calibro nell’ambiente malavitoso, avendo scritto la storia criminale della città a fianco del clan Dominante e, probabilmente, già obiettivi di un altro tentato omicidio a fine Agosto 2000 in contrada Dicchiara. In quella circostanza a morire fu Giuseppe Primavera al posto di Giuseppe Nigito, il quale ferito al volto, ebbe la forza di uscire dall’auto di Primavera, procurarsi minacciosamente un’altra auto e recarsi in ospedale a Vittoria, dal quale poi fu trasferito in elicottero a Palermo per un delicato intervento chirurgico. Giuseppe Primavera, invece, venne bruciato dentro la stessa automobile.
La storia dei fratelli Nigito è però costellata di arresti e fermi giudiziari, dovuti soprattutto alla loro gestione autoritaria del mercato dei videogiochi e del cosiddetto intrattenimento da bar. Nel 2013, infatti, vengono ancora arrestati per aver sfregiato un imprenditore concorrente, reo di aver collocato un calciobalilla in un esercizio commerciale nei pressi del polo fieristico Emaia.
La storia criminale dei fratelli Nigito si è arricchita di un arresto, nel 2015, per spaccio di stupefacenti a carico di Giuseppe Nigito e della ricostruzione che Maurizio Ciaculli, imprenditore agricolo a capo del Movimento Riscatto, fa delle vicende che lo hanno riguardato in prima persona, legando il nome di Francesco Nigito a quello di Michele Brandimarte: ““Nel 2013 mi vengono offerti 150mila euro per rimuovere la denuncia- ci spiega- a farmi la proposta ci sono anche due che poi verranno ammazzati: Francesco Nigito, ucciso a Vittoria nel 2012, pubblicamente per la questione delle macchinette di videopoker e quello che mi viene presentato come ‘un amico calabrese’, Brandimarte (‘ndranghetista vicino alla cosca Piromalli-Molè di Gioia Tauro, ucciso a Vittoria nel 2014, ndr)”.

Simone Lo Presti

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