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Honduras, le proteste continuano

Si susseguono ormai da novembre le manifestazioni in Honduras contro il governo di Juan Orlando Hernandez. Cerchiamo di capire i motivi e gli sviluppi di quanto sta accadendo in questa intervista a Eduardo Riedel studente universitario honduregno residente, per motivi di studio, in Italia da tre anni.

Eduardo perché la gente continua a manifestare contro Hernandez?
Il problema principale è la rielezione di Hernandez e le sue modalità. Infatti, nella nostra Costituzione c’è un articolo petro (immodificabile ndr.) che vieta chiaramente a un Presidente di ricandidarsi per il secondo mandato. Hernandez ignorando questo articolo l’ha modificato nel silenzio generale per potersi ricandidare (azione che aveva già provato nel 2009 l’allora presidente Mel poi spodestato da un golpe “costituzionale”). Ma le scorrettezze non si fermano qui: durante lo spoglio elettorale, quando ormai i numeri davano per vincenti gli oppositori di Hernandez, il sistema internet che mostrava i risultati ha misteriosamente smesso di funzionare. L’esito è tutt’ora non limpido visto che Hernandez si è poi dichiarato Presidente senza però fornire i dati adeguati. Varie organizzazioni tra cui l’OEA (Organizzazione degli Stati americani) hanno protestato per questa gestione e l’Unione Europea tramite un report ha chiesto di ripetere la votazione.

Come reagisce il governo di fronte a queste proteste?
Hernandez è risoluto a rimanere al potere, proprio per questo la repressione è violenta, basti pensare a Berta Caceres difenditrice dei diritti delle popolazioni indigene e assassinata in circostanze misteriose. Sul suo caso non è stato ritenuto opportuno neanche aprire un’inchiesta e già questo dice molto sulla situazione attuale del paese. Senza contare i trenta morti causati dalla polizia nelle varie manifestazioni pacifiche organizzate in questi mesi. È interessante un episodio che si è verificato recentemente quando Hernandez ha ordinato ai Cobras (le forze speciali) di contrastare una manifestazione che chiedeva le sue dimissioni, ma quest’ultimi si sono rifiutati vedendo in quella folla gente come loro.”

Come sono stati questi anni di governo Hernandez?
Partiamo dal presupposto che quando Hernandez è salito al potere la nostra capitale Tegucigalpa aveva il record al mondo di omicidi al giorno. Ora la situazione è lievemente migliorata, ma che questo sia merito di Hernandez non sembra chiarissimo. Il Presidente, infatti, è stato accusato di avere contatti con i narcos e inoltre è ormai provato che abbia usato i soldi del sistema previdenziale honduregno per finanziare la sua campagna elettorale. Anche alcune sue proposte di riforme spaventano gli honduregni, come il Ciudades modelo che prevede una maggiore autonomia per le grandi città del Paese, il quale significherebbe meno tutela dei propri diritti da parte del governo centrale.”

Dunque Hernandez non gode della simpatia popolare. Perché è ancora al potere?
L’opposizione di Nasralla e Xiomara appare come un salto nel buio a molti. Infatti, il nostro è uno Stato abituato al bipolarismo ed è la prima volta che una coalizione si propone alla guida del Paese. Inoltre Xiomara è la moglie dell’ex presidente Mel, figura anch’essa non limpidissima da un punto di vista etico e nota per le sue amicizie, considerate pericolose da molti, con Morales e Maduro. Sicuramente questi fattori aiutano Hernandez. Inoltre anche gli Stati Uniti e in particolare l’amministrazione Trump stanno giocando un ruolo importante a suo favore in questa situazione. L’Honduras è infatti un alleato storico degli USA che negli ultimi anni hanno speso ingenti somme per cercare di ristabilizzare il paese. L’avvento di un governo con simpatie a sinistra sarebbe un tradimento per l’amministrazione repubblicana e proprio per questo si parla da più parti addirittura di un futuro golpe da parte di Trump in aiuto di Hernandez, qualora la situazione dovesse precipitare. E non sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti si approccino in questo modo nel centro-sud America.

Giunio Panarelli

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