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Ragusa si butta via: il video – racconto di una discarica a cielo aperto

Negli anni passati ci siamo sempre occupati di discariche abusive, a cielo aperto e di rifiuti abbandonati, ma si trattava di zone ai margini della periferia cittadina. Nel video che segue, invece, ci troviamo in pieno centro abitato, a pochi metri dal campo sportivo Selvaggio e dalle zone residenziali di Pianetti.


Una piccola “civile” testimonianza 

“Lo metti pulito nei cassonetti e via…”. Questa è sicuramente il modo migliore per smaltire tutti i rifiuti, anche quelli più particolari, secondo alcuni addetti ai lavori. Per particolari intendiamo quei rifiuti un po’ ingombranti, che non possono stare dentro a un cassonetto, ma che andrebbero smaltiti in appositi luoghi. Spesso e volentieri, come ben sappiamo, la via più semplice coincide con quella più veloce. Eppure capita, alcune volte, che un cittadino si affidi, forse testardamente, al proprio senso civico, senza che la fretta di disfarsi di un ingombrante rifiuto lo spinga verso il panico. “In pratica, molto semplicemente, dovevo smaltire delle onduline (lastre da copertura usate per i tetti, ndr) e ho perso più di mezza giornata in giro per Ragusa fino a quando mi hanno detto che avrei dovuto metterle nei cassonetti ‘puliti puliti’ o portarle io stesso direttamente alla discarica, per poi farle bruciare!”.

Le onduline
Le onduline

In più di un’occasione abbiamo riscontrato in città delle vere e proprie “discariche spontanee” o abusive. Luoghi squallidi che deturpano la bellezza delle campagne iblee e che rendono estremamente facile la “scomoda” impresa di smaltire i rifiuti nelle strutture predisposte. Certamente la pigrizia di tanti cittadini è colpevole quanto l’incapacità di certi addetti ai lavori nel fornire un servizio adeguato. Se è vero che la somma fa il totale, ecco che ci si ritrova con una certa quantità di porcherie a colorare i paesaggi ragusani. C’è da fare un esame di coscienza e un po’ di chiarezza.

Di seguito alcune fotografie della discarica a cielo aperto: 

Di Attilio Occhipinti e Simone Lo Presti

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