La petizione per la Casa dei Diritti a Ragusa continua. La campagna #casadeidiritti pure. Abbiamo chiesto ad Anna Battaglia, presidente dell’associazione A.GE.D.O (associazione genitori di omosessuali) della città iblea, di spiegarci in che modo la Casa dei Diritti può essere un valore aggiunto per la comunità ragusana.
«A.GE.D.O. si impegna da anni a livello nazionale per combattere le discriminazioni nei confronti delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e per favorire il dialogo, l’incontro e il confronto tra le persone omosessuali e i propri cari, primi tra tutti genitori e famiglie. A Ragusa l’associazione porta avanti una faticosa e costante opera sul territorio tramite iniziative di sensibilizzazione nelle scuole, in assemblee pubbliche e incontri individuali volte a dare informazioni corrette sulle minoranze sessuali e a fornire supporto e sostegno alle persone coinvolte». Questa associazione, ascoltando le parole di Anna, è una realtà consolidata a Ragusa ed è entrata di diritto nella rete di associazioni che oggi, a gran voce, premono affinché la Casa dei Diritti diventi più di un obiettivo da raggiungere, poiché «offrirebbe l’occasione – continua Anna – di una straordinaria sinergia tra tutte le realtà che nel ragusano sono impegnate a far sì che ogni essere umano possa godere di quei diritti inviolabili spesso calpestati dal pregiudizio e dall’ignoranza». Quell’ignoranza che Ragusa vuole spezzare con un chiaro segnale, col simbolo della “casa”, luogo di riparo e conforto. «La casa dei diritti è uno strumento essenziale per guarire l’emorragia sociale che vive ogni diverso, mettendo l’uguaglianza e la solidarietà al servizio del prossimo e ponendola finalmente al centro dell’agenda della politica locale e non solo».
Ma qual è la situazione attuale in cui versano i diritti delle persone LGBT a Ragusa? «Nell’impegno mio personale e della nostra associazione – afferma Anna – mi scontro ogni giorno con il muro di gomma dell’imbarazzo e del silenzio in cui sono avvolte le realtà omosessuali del ragusano. Non ci sono spazi pubblici, né privati, dedicati alla socializzazione omosessuale». Anna ci dice che non mancano casi di giovani omosessuali cacciati di casa o costretti a vivere una falsa vita o a tacere del tutto. «Il ragusano sembra dire alle persone omosessuali di non disturbare per non essere disturbati. E’ una realtà silente e chiede silenzio. Per primi, gli stessi genitori che non sono attrezzati per accogliere nel modo giusto figlie/i consigliano di nascondere i propri sentimenti, di vivere l’affettività solo a porte chiuse», racconta Anna.
«La Casa dei Diritti potrebbe dire a questi figli negati e a tutti i discriminati: “non siete soli e non dovete avere paura”. C’è una casa che accoglie tutti, dove trovare conforto, amicizia, sostegno, consulenza. Una casa della città per tutti i suoi figli, pronta ad ospitare dibattiti aperti a tutti, iniziative concrete e a dare sede fisica ai diritti. In tal senso dovrebbe ospitare la sede del registro delle unioni civili e la sede di uno sportello informativo contro l’omofobia».
Il messaggio di A.GE.D.O Ragusa
Anna Battaglia, in conclusione, vuole lasciarci un messaggio chiaro e conciso, sulle potenzialità di questo strumento sociale che è rappresentato dalla Casa dei Diritti: «La Casa dei Diritti farebbe di Ragusa un posto migliore, dove allentare le tensioni tra inclusi ed esclusi, non ultime, quelle tra genitori e figlie/i, dando l’opportunità a tutti di ascoltare e capire le ragioni dell’altro, comunque inteso e disegnato dai mass media, dagli stereotipi, dall’ignoranza e dalla paura. La Casa dei Diritti è un luogo ben visibile per dare un’opportunità di ascolto e confronto a chi è vittima di discriminazione, un luogo reale da cui far partire un’azione di stimolo al Comune, al Governo e al Parlamento, su temi ormai centrali, per riallineare il diritto e la politica alla realtà sociale: solidarietà, piena cittadinanza e inclusione. Spero che la politica locale abbia la forza e il coraggio di appoggiare le persone LGBT nella lotta alle discriminazioni e ai pregiudizi. Non lasciamole sole nel silenzio. Ragusa può essere plurale».
Attilio Occhipinti
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