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Apericena multietnico a Chiaramonte Gulfi

Il 15 giugno cade la festa di San Vito e a Chiaramonte Gulfi, come spesso accade nei paesini di provincia per le feste patronali, la banda suona per le strade. Chiaramonte Gulfi è un piccolo borgo dell’entroterra ragusano, non molto distante dalla costa meridionale del Canale di Sicilia.
Mentre la banda si è radunata davanti alla chiesa del santo patrono, all’altro capo del paese, sulla strada principale, è accorso un discreto manipolo di persone: non ci sono soltanto i devoti, a Chiaramonte, ci sono anche i migranti. Per le sette del pomeriggio, infatti, la cooperativa “Nostra Signora di Gulfi”, che si occupa del mantenimento degli immigrati a Chiaramonte, aveva dato l’appuntamento presso il bar Sicilia, per festeggiare insieme alla cittadinanza la “Giornata mondiale del rifugiato”, che si sarebbe tenuta di lì a pochi giorni.10474170_772899486064258_190728938_n
Alle sette e venti c’è ancora poca gente, perciò posso permettermi di fare qualche domanda agli organizzatori dell’evento: “Il 20 giugno si festeggia la giornata mondiale del rifugiato e si organizzano a livello mondiale degli eventi per sensibilizzare la popolazione sul problema dei rifugiati politici” afferma Salvatore Brullo, responsabile della cooperativa Nostra Signora di Gulfi, e continua: “per cui abbiamo deciso di organizzare a Chiaramonte tutta una serie di attività a livello culturale e ricreativo che saranno svolte tra il mese di giugno e il mese di luglio. È qualcosa di semplice, ma rappresenta il desiderio di stare assieme ai chiaramontani e ai ragazzi immigrati in un momento di convivialità.” Chiedo cosa pensi delle dichiarazioni del ministro Alfano sull’operazione “Mare Nostrum”: “Purtroppo è un modo di essere della cultura italiana, quello di cercare i capri espiatori, non affrontando le reali problematiche della società. In realtà, se andiamo a vedere la situazione internazionale, l’Italia è una delle nazioni che accoglie meno e che spende meno a livello europeo, sebbene sia uno dei Paesi che riceve più finanziamenti a livello comunitario, per cui penso che l’Europa sta già facendo la sua parte. Sicuramente il sistema va rivisto e corretto, come anche il regolamento Dublino III che prevede la competenza dello Stato rispetto alla questione dei rifugiati politici. Credo che il problema possa essere risolto solamente dando la libertà di circolazione agli immigrati: se gli stranieri che arrivano in Italia per una questione meramente geografica avessero la possibilità di libera circolazione, ci sarebbe una redistribuzione naturale in tutta l’Europa senza costi eccessivi da parte di nessuno.”
Intanto una quarantina di persone, tra chiaramontani e migranti, si è radunata davanti al bar, merito, forse, degli invitanti rustici e delle fresche bevande esposti su un tavolo all’aperto, per l’aperitivo. Chiedo a Eusebio Spagna, gestore del bar, perché abbia deciso di dare la propria disponibilità per l’evento: “Perché crediamo nell’unione e nella cooperazione: la vera integrazione sta nell’abituarci a vivere tutti insieme, a vederci tutti i giorni –  e continua – non credo che le persone siano razziste, credo che siano soltanto disabituate a vedere il diverso.
Alle sette e quaranta lo spazio è quasi totalmente affollato. Si respira un’aria di incredibile naturalezza: seppur i due gruppi, quello dei chiaramontani e quello dei migranti, siano ancora relativamente disomogenei, sta di fatto che entrambi condividono lo stesso piatto e la stessa aria, che parlano e scherzano, ognuno con la propria lingua, ma che in fondo solidarizzano. Mi rimane il tempo di scattare un’ultima foto e ritornare a casa.

 

Giuseppe Cugnata

 

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