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L’affaire Roche/Novartis – Come speculare nel mondo farmaceutico

“Quasi tutti gli uomini muoiono dei loro rimedi, non delle loro malattie.”

Molière – Il malato immaginario

A mali estremi…

È difficile immaginare, oggi, l’essere umano che non sia alle prese con analgesici, pillole, integratori e medicinali di qualsivoglia tipo. L’uomo, figlio del suo tempo e del secolo vigesimo primo, ha ormai a portata di mano qualsiasi rimedio, panacea o elisir di (quasi) lunga vita per poter inerpicarsi nelle difficoltà della giungla di ogni giorno. Tra malanni e virus di svariata specie pronti ad essere stanati e sgominati, ovviamente, ascrivibili alla categoria del curabile. Spesso e volentieri, però, il farmaco è fagocitato da ipocondriaci che sperano di prolungare la propria esistenza terrena ingurgitando pillole di svariata forma e colore. Una sorta di caleidoscopio fatto di pasticche proporzionalmente ingoiate al proprio disagio psicofisico (e psicologico). Il mondo farmaceutico ha buon gioco nel proliferare in questa lotta senza quartiere fatta di marketing orientato a soddisfare ogni nostro bisogno, letteralmente dalla culla alla tomba. Fin qui, comunque la si voglia vedere, tutto bene, potremmo dire. Bisogna, infatti, rendere esplicito che le persone del settore lavorano con dedizione ed è lecito e dovuto che questi loro sforzi onesti vengano premiati. Nulla da eccepire. La medicina e la farmacologia hanno, comunque, donato cambiamenti epocali a milioni e milioni di vite, con le stesse case farmaceutiche che hanno compiuto progressi inopinabili. Il problema sorge, come vedremo adesso, quando il sistema farmacologico mette in atto condotte che di lodevole hanno ben poco. Un classico esempio di questi casi, che definire deplorevole è dire poco, è rappresentato dal paradigmatico caso che ha insudiciato il mondo farmaceutico: l’affaire Roche/Novartis.

…Estremi rimedi

Roche e Novartis sono due case farmaceutiche svizzere, fra le più importanti e al vertice delle classifiche per produzione di farmaci a livello mondiale. Novartis era già venuta agli “onori” della cronaca per la guerra sui brevetti di medicine a basso costo nei paesi in via di sviluppo. Il nuovo caso che coinvolge, stavolta, entrambe le case è addirittura più improbo. Roche e Novartis, in apparenza aggressive concorrenti dello stesso segmento di mercato, avrebbero stilato un vero e proprio patto di non belligeranza. Un accordo di cartello per gonfiare le spese nell’ordine di centinaia di milioni di euro ai danni del servizio sanitario e intascarne, così, lauti proventi. La “cooperazione” occulta nasce per la battaglia su due prodotti farmaceutici per la cura degli occhi: il primo avrebbe un costo esoso da un migliaio di euro, l’altro avrebbe un prezzo molto economico, intorno ai venti euro. La scelta, non casuale, di privilegio e di guerra economica è stata ovviamente indirizzata in favore del prodotto più costoso. In ballo ci sarebbero le entrate dai brevetti farmaceutici, su cui la Roche ha entrate cospicue grazie alla società affiliata Genertech. Una vera e propria opera di blocco è stata favorita dai tre soggetti in questione (Novartis, Roche, Genertech), per disinformare sui risultati di studio comparato che dimostravano, con assoluta sicurezza, che fra i due farmaci non ci fosse alcuna differenza. L’antitrust ha scoperchiato questo vaso di Pandora, mettendo in luce una vera e propria associazione per delinquere tesa a lucrare sulle spalle di inermi cittadini malati, che spesso pagano a carissimo prezzo queste cure. Inoltre, la Novartis sarebbe anche nel mirino degli inquirenti per un procedimento con lo stesso identico meccanismo, stavolta per la concessione di forniture di medicine antitumorali. Questi fatti meritano un’attenta riflessione. La lunga premessa con la quale abbiamo dato inizio a quest’articolo non è, purtroppo, campata in aria. C’è un vero e proprio mondo che lotta per migliorare, con i suoi elementi migliori, lo status di salute del cittadino medio nel mondo occidentale. D’altro canto, il lato oscuro della medaglia non può essere ignorato. L’industria farmaceutica non dovrebbe permettere che vere e proprie corporation del settore compiano impunemente questi misfatti. Novartis e Roche, assieme alle società consorelle che ne hanno favorito i crimini, sono state smascherate e (si spera) dovranno pagare amaramente quest’oltraggio alle sofferenze che sono procurate dall’insorgere di una malattia in ogni persona. Possiamo chiederci, in conclusione: quanto elevato sarà ancora il dazio che dovrà pagare ciascuno di questi cittadini nel prossimo futuro?

Fonti:

L’Espresso; La Repubblica; Corriere della Sera

Simone Bellitto

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