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“Il Cantattore”

Sergio Pennavaria, aretuso di nascita ma cosmopolita d’adozione è un cantautore, pittore, scrittore di racconti, artista di strada, attore. Partendo dalla Sicilia ha esplorato diverse realtà italiane. La Calabria, dove ha frequentato l’Accademia. Roma, che lo ha visto artista di strada allietando in metropolitana romani e non. Catania, nella quale si dedica allweb COVERa pittura. Savona, sua sede al momento, passando per Londra, tappa fondamentale per i retaggi balcanici delle sue melodie. La sua passione per la musica ce l’ha nel dna essendo stati i suoi genitori entrambi cantanti. Inizia a strimpellare all’età di dodici anni la chitarra della sorella e un anno dopo compone la sua prima canzone. È a Reggio Calabria che dà vita a una band, i Calìa, che mescola culture diverse da quella orientale alla balcanica fino alla più ampia mediterranea usando il dialetto siciliano. Negli anni successivi si dedica interamente al teatro e ai cortometraggi come attore e scenografo senza però abbandonare la musica. Nel 2007 si trasferisce a Savona dove lo troviamo anche in veste di professore di educazione artistica per due anni e sempre legato al mondo del teatro.

Senza luce a casaccio nell’oscurità

È in terrà genovese che nasce nel 2009 il progetto Senza luce a casaccio nell’oscurità, un recital da lui scritto sotto forma di monologhi. Da qui nascerà l’omonimo album nel novembre 2011. Il progetto musicale lo vede affiancato da Alessandro Graziano (violino, chitarre, cori), Boris Vitrano (chitarre), Federico Fugassa (basso elettrico e contrabbasso), Mirco Rebaudo (sax,clarino), Loris Lombardo (batteria, percussioni e colori). Senza luce a casaccio nell’oscurità, è “come un whiskey da mandare giù tutto d’un fiato” rapisce per le sonorità circensi, arabeggianti, sicule,balcaniche, rock, pittoriche, jazz, teatrali.

Ti rapisce in un vortice di parole a mò di scioglilingua in “Le tue parole” e non puoi che riascoltare e lasciarti affascinare. Richiami al mare siciliano misti a malinconia per una amore finito ne  “Il mio nuovo gioco” passando per una lullaby a suon di mandolino in “Ciò che tu non mi dai”. Lo sdoppiamento di personalità  alla dottor Jekyll e mister Hyde è il pretesto per raccontare di sé in “Killer”. L’amore è carnale, perduto, ricercato e annegato in un bicchiere al bar mentre gli altri si affannano a guardare una partita di pallone in tv. La critica alla società del bel paese passa attraverso le figure del politico e dell’operaio che protesta per i suoi diritti. E poi, ancora in due donne allo specchio, una di gomma che si compiace e l’altra senza speranza che piange. Tutti i brani sono incastrati perfettamente l’uno con l’altro. Sorridi, sogni l’amore o lo rimpiangi, rifletti sulla brevità di questa vita o lasci che il tuo corpo segua i ritmi di melodie diverse ma che si combinano tra loro.
L’album è stato vincitore del Su la testa Contest nel 2011.

Federica Monello

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