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“Riparte il futuro” per fermare la corruzione

 

Un inizio anno all’insegna del cambiamento: è infatti partita giorno 8 gennaio, la campagna di raccolta firme on line, promossa da Libera e da Gruppo Abele, “Riparte il futuro”, che mira all’eliminazione della corruzione nelle istituzioni, attraverso un semplice programma di 5 punti:

  1. Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”
  2. Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
  3. Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
  4. Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
  5. Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari.

La campagna è aperta a tutti e ha come scopo l’invito alla sottoscrizione del programma, (come si può leggere sul sito www.riparteilfuturo.it/) rivolto ai candidati delle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio, qualsiasi sia il loro schieramento o il loro colore politico, al fine di capire, quali dei prossimi eletti in Parlamento, siano disposti a lottare contro uno dei più gravi problemi, la corruzione appunto, che danneggia la nostra democrazia come in pochi Paesi europei afflitti in maniera tanto grave da tale morbo (Italia dopo Bulgaria e Grecia).

Le origini dell’iniziativa risalgono a due anni fa, quando nel 2011 Libera e Avviso Pubblico, avevano raccolto e consegnato al Presidente della Repubblica, 1 milione duecentomila firme, contro la corruzione. Era stato Napolitano stesso ad affermare a Don Ciotti, motore dell’intera organizzazione, “questa iniziativa rappresenta un pezzo della storia d’Italia“, alle parole non sono susseguiti purtroppo fatti concreti.

 

Sebastiano Cugnata

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