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I nuovi “MUOSTRI” – Le ultime dal fronte No-MUOS

URLA NEL BUIO

Costruire per distruggere. Parola di nostro signore, il MUOSTRO. Il dissequestro avvenuto lo scorso 28 ottobre ha detonato nuovamente l’ambiente. Ne ha incendiato le strutture, carbonizzato le radici. Paragoni più che azzeccati se si calcola il danno considerevole che avrà la riapertura di questo sito su ambiente, salute ed economia del posto. Altro che glocal. La miccia è stata appena riaccesa. Questa molotov istituzionalizzata rischia certamente di scoppiare fra le mani di chi ha avuto la “geniale” idea di rimettere mano a questo progetto che sembra ai più perlomeno azzardato. Le urla nel buio, le ondate di protesta del movimento, hanno ripreso a fare sentire la loro eco. Già da settimane si sono moltiplicati i presidi nella zona di Sughereta e l’attività del movimento No-MUOS si è fatta sempre più frenetica. Sabato 8 dicembre il tutto è culminato nell’ultima, finora, manifestazione di attivisti e gente comune che lotta contro questo progetto. La gente ha detto la sua. Ha rivendicato a gran voce il proprio diritto ad avere un ruolo nella vita comune e civile del luogo.

 

PER NON FINIRE COME GLI SPETTRI

In Italia le cose vanno male. Non necessita attività di propaganda in merito a questo. Di giorno in giorno, quello che accade a Niscemi, a Taranto con le incresciose vicende dell’ILVA per finire all’ultimo morto per amianto a San Filippo del Mela solo qualche giorno fa. La crisi politica ed economica che attraversa il paese aggrava sempre più tutto questo. I personaggi che albergano le istituzioni, come burocrati la cui unica lingua è lo smorto politiche, se non sembrano (come sempre) tenere conto del vero disagio e dell’odore di morte che si respira in queste zone che assomigliano sempre più a zone di guerra. Bollettini che parlano di tumori, carcinomi e neoplasie. Morti su morti. Quale è il nostro destino se non quello di finire per diventare evanescenti spettri? Qualcosa ai livelli bassi si muove ancora. Eppur qualcos’altro ai piani alti continua a vegetare in un profondo silenzio. Il futuro di Niscemi, Taranto e di tutto il resto d’Italia è in mano della gente comune: sta ai singoli soggetti interessarsi di questi scottanti argomenti e diffondere il verbo. Pena: la morte silente di individui sempre più assassinati dalla mano lunga dell’inquinamento riconosciuto giuridicamente.

 

 

Simone Bellitto

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