Gli Indecisi e i numeri
Meno diciassette. Mancano diciassette giorni alle elezioni regionali che decreteranno il nuovo assetto politico della Sicilia.
Ci stiamo avvicinando passo dopo passo o, se preferite, bracciata dopo bracciata. Tra poco più di due settimane i Siciliani saranno chiamati a scegliere chi dopo il doppio fallimento firmato Cuffaro – Lombardo dovrà salire in sella su questo cavallo imbizzarrito, che tra un salto e una caduta non riesce a trovare un buon fantino che lo sappia cavalcare. I sondaggi, fino a questo momento, sembrano riflettere lo stato d’animo di una Sicilia un po’ indecisa, poiché il PdI (Partito degli Indecisi) è in netto vantaggio su tutti con il 44,5%; solo dopo vengono Musumeci 32%, Crocetta 30%, Miccichè 17%, Marano (Fava) 7,5%, Cancelleri e tutti gli altri dal 7% in giù (fonte sondaggi: Datamedia).
Le tre domande
La questione a questo punto sembra essere non tanto chi votare, ma se andare a votare. Ma stiamo parlando di pigrizia o di sfiducia? Sconfitta della politica o la politica ha sconfitto la Sicilia? Prima l’uovo o la gallina? Tutte e tre le domande meritano tre risposte, senza dubbio: la terza attende una risposta da chissà quanti secoli; la prima, forse, poco importa perché tanto contano i risultati; la seconda sembra essere quella più interessante, più stuzzicante, quasi alla Marzullo. “Si faccia una domanda e si dia una risposta”, diceva il Gigi notturno e l’ospite infatti ubbidiva e con tutta calma domandava a se stesso e rispondeva di conseguenza. Noi abbiamo tempo fino al 28 ottobre per porci questa domanda e, sempre che il nuovo governo siculo ci arrivi, avremo i prossimi cinque anni per trovare una risposta (magari poi si scopre che è 42). Quale sarà? Staremo a vedere, augurandoci che non sia il silenzio: quello non è mai la risposta giusta.
Attilio Occhipinti
Molto divertente