Ill.Mo Sig. Comandante Comando Provinciale Carabinieri Milano.
Giorno 18 aprile 2012, ho assistito ad un servizio del programma televisivo “ Le Jene “ mandato in onda sull’emittente ITALIA 1.
In servizio era relativo ad una mancata riconsegna, nei termini contrattuali, da parte di tale Corona Fabrizio, di una autovettura da lui noleggiata al legittimo proprietario. E al mancato pagamento della fattura per il servizio reso.
La troupe delle Jene esibiva copia della denunzia sporta dal titolare dell’ autonoleggio e quant’altro a corredo della stessa.
Con un servizio tipico della trasmissione la troupe rintracciava il Corona, presso un ristorante milanese.
L’intervistatore spiegava al Corona il perché della loro presenza.
Se mi rivolgo a Lei, è per la reazione dello stesso in quanto nella vicenda che appresto a narrare è coinvolto quello che sembra essere un appartenente all’” Arma”.
Il Corona si appropriava del telefonino dell’intervistatore, nel contempo effettuava una telefonata ad un al momento ignoto, interlocutore.
Dal tenore della conversazione si comprendeva comunque la confidenzialità del Corona con l’ interlocutore, da lui appellato come “ Comandante”, prova della confidenzialità era data, anche, dal fatto che il protagonista di questa vicenda “ chiedeva “ all’ignoto comandante di presentarsi addirittura in divisa.
Penso che qualsiasi spettatore del programma abbia ipotizzato un bluff o qualcosa di simile da parte del Corona. Io non l’ho solo pensato, ma anche in cuor mio sperato.
Ed invece…
Nel giro di un arco di tempo definito dall’autore del servizio “ in men che non si dica “ un comandate di stazione dei carabinieri si presentava effettivamente presso il ristorante ove il Corona aveva chiesto un suo intervento immeditato e “ possibilmente in divisa “.
Nell’occasione il maresciallo rilasciava un “ parere legale “ con il quale affermava che a suo avviso il Corona non aveva commesso alcun reato.
Imbaldanzito dalla riposta il Corona si lasciava andare, ritengo avanti il Comandante della Stazione, ad una serie di improperi, vituperi, nonché a quella che sembra essere, e cosi definita dall’autore del servizio, in una vera e propria aggressione in danno dello stesso.
Questi i fatti, che mi hanno lasciato sbigottito e profondamente. E pertanto mi rivolgo ad Ella.
Da quanto apprendo dai giornali il citato Corona Fabrizio, ha avuto qualche vicissitudine giudiziaria.
E’ ovvio che non mi interessano in alcun modo i problemi penali di una persona, ciò che mi lascia assolutamente perplesso ( ed uso un eufemismo Sig. Comandante ) è la circostanza che questo soggetto abbia una confidenzialità tale, da chiedere ed ottenere (!) in l’intervento immeditato e “ in divisa “ di un Comandante di una stazione dei Carabinieri. Magari distogliendolo da altre questioni del proprio ufficio, forse più impellenti.
Ed in più non capisco come possa quest’appartenente all’Arma esprimere pubblicamente avanti ad una telecamera( lasciata accesa su richiesta del Corona ) se un fatto sia reato o meno. A quale titolo, con quale competenza, ma soprattutto con quale senso di opportunità ?
La sensazione che questo servizio mi ha lasciato è stata di profondo disagio che ha il gusto dell’arroganza del potere.
Il potere di chi può disporre a suo piacimento di appartenenti alle forze dell’ordine, in divisa, in un ristorante, avanti una telecamera accesa, avanti a milioni di spettatori che ritengono provino il mio stesso disagio.
La presente lettera è formulata ai sensi della legge 241 1990 e chiedo pertanto di conoscere se e quali provvedimenti la S.V. Ill.ma ritenga di prendere nell’ambito della prospettata vicenda.
In attesa di un suo riscontro porgo i miei ossequi.
Goffredo D’Antona
Via Umberto 303 Catania
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