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Movimento dei Forconi. La Sicilia alza la testa

Avola. Erano pronti già a mezzanotte. La pioggia non li ha fermati, forse ne ha solo diminuito la partecipazione. Sono contadini, pescatori, artigiani, operai, braccianti agricoli e autotrasportatori. Si sono uniti sotto un solo nome ” Movimento dei Forconi “. Dal 16 al 20 gennaio, vogliono fermare la Sicilia. La loro è una battaglia contro l’attuale classe dirigente che li ha abbandonati. Una barca in mezzo alla strada, con tanto di rete senza pesci, è il simbolo del blocco nella statale 115 all’ingresso dell’autostrada Siracusa-Gela.
” Siamo disperati – afferma uno di loro – facciamo tutti lavori massacranti che non ci permettono di arrivare manco alla terza settimana del mese “. Le loro facce, le loro mani, i loro indumenti, sono segnati da un mestiere che inizia molto presto la mattina, sotto la pioggia o con il sole cocente. ” Ogni giorno – continua il bracciante agricolo – devo pregare per trovare lavoro “.
“Siamo stanchi – aggiunge il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro – perche’ questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti”.
I motivi della protesta sono tanti. ” E’ in atto una concorrenza sleale attuata con la frode. I prodotti importati – denuncia Andrea Sangregorio – vengono etichettati come prodotti siciliani biologici. Succede quotidianamente con limoni ed arance tunisine, con pomodorini cinesi eccetera. La lista è lunghissima. Sono episodi di “pirateria agricola” che danneggiano la Sicilia e che nessuno, ad oggi, ha denunciato come si deve. Consideriamo la G.D.O. ( Grande Distribuzione Organizzata ) la prima responsabile della crisi delle aziende agricole. Oggi, per fare un esempio, noi vendiamo i limoni 15 centesimi al chilo. Gli stessi limoni li vediamo venduti negli scaffali dei supermercati a 3 euro e 50 centesimi. Come si fà a pagare operari, confezionamento e trasporto con queste cifre irrisorie (15 cent). Il Gasolio, i caselli, la concorrenza sleale ci massacrano e nessuno ci tutela “.

I blocchi, disseminati in Sicilia, sono tutti pacifici. I partecipanti giocano a carte, accendono dei fuochi dove si scaldano e distribuiscono i volantini con le ragioni della loro protesta alle macchine che vogliono passare attraverso i loro blocchi. ” Noi non stiamo costriggendo nessuno a partecipare – afferma sebastiano, un pescatore che distribuisce i volantini – li stiamo informando dei motivi della nostra protesta e devo dire che c’è una grande partecipazione. Ad Avola tutti i negozi sono chiusi “.
E’ vero. In città l’adesione dei commercianti è stata quasi unanime. A rimanere aperto – ovviamente – è il centro commerciale. I ragazzi delle scuole hanno marciato insieme fino al blocco esibendo striscioni contro la mafia. Inequivocabile uno striscione con la scritta ” 02/12/68 – 16/01/12 la rivoluzione di ripete “.
Infatti fu proprio grazie ai Fatti di Avola del dicembre del sessantotto, che si arrivò alla stesura e alla firma dell’attuale Statuto dei Lavoratori.
La protesta continua. In serata ci saranno altri comizi.  I manifestanti ci tengono a dire ” Siamo Sciliani veri ed invendibili e siamo teste dure. Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo”.

Francesco Midolo

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