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La Casta

Cosa sta combinando la nostra classe dirigente con i nostri soldi?la casta
Quanto ci costa mantenere la nostra classe dirigente politica?
Queste ed altre risposte ancora le potete trovare nel libro “La Casta”. Scritto da affermati giornalisti quali Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella (giornalisti del “Corriere della Sera” ed altre importanti testate giornalistiche italiane), il saggio-inchiesta sugli sprechi ed i privilegi della politica tricolore edito da Rizzoli ha venduto più di un milione di copie in un brevissimo arco di tempo ed è attualmente fra i libri più venduti del settore.
Lo scopo del libro è quello di indagare sui costi ed i privilegi della nostra classe politica. Ci riesce? Sì, ci riesce in pieno. Con chiarezza ed obiettività Rizzo e Stella, a cui viene quasi da dire “BRAVI!”, mettono nero su bianco i vizi di una classe dirigente sempre più avida e bramosa, che poco si pone l’obiettivo del bene comune e della buona amministrazione sostituito da quella della sua alimentazione ed arricchimento. E non si tratta di mera demagogia: “La casta” è numeri, dati, dimostrazioni inequivocabili. E’ il frutto di una indignazione verso una situazione di cattiva amministrazione vergognosa e disonorevole che suona come una marcia funebre sulla testa dell’amministrazione statale italiana. Un’amministrazione statale che riesce a fare miracoli: fa sorgere comunità montane al livello del mare, fa volare aerei di Stato per 37 ore al giorno (ovvio che non eran tutti di “Stato” quei voli…), cambia auto blu come fossero calzini alla mattina (mentre certe ambulanze della croce rosse stanno insieme con lo spago…).
I due giornalisti narrano in modo obiettivo ma anche ironico e senza stancare il lettore le vicende di sprechi e mala amministrazione: dalle vicende di politica locale, quali province inutili ma aumentate, sanità allo sbando, regioni autonome che costano più di un emirato, a quelle della politica nazionale, e quindi impunità, leggi ad personam (anzi, ad personas…), finanziamenti e rimborsi elettorali ai partiti.
Il racconto di Stella e Rizzo sembra a volte surreale, quasi impossibile, impensabile, ma forse perché impensabile è il così basso livello della classe dirigente di questo paese. Un paese che è passato dall’articolo 50 dello Statuto Albertino (che recita “Le funzioni di senatore e di deputato non danno luogo ad alcuna retribuzione”) all’avere gli eurodeputati più pagati (anzi strapagati) d’Europa, ma anche i più assenteisti; un paese che è passato da un presidente della repubblica, Enrico De Nicola, che rifiutò la propria indennità in un periodo, il dopoguerra, non proprio di vacche grasse, ad indennità di consiglieri regionali che posson competere con quelle dei governatori dei più ricchi stati americani. Per non parlare di deputati e senatori nazionali: lì il conto dei vizi e dei privilegi è sempre maggiore, anno dopo anno.
Ovviamente, un libro con al centro un’indagine come quella degli sprechi della politica, non poteva che scatenare un trambusto. Trambusto che “La casta” ha puntualmente scatenato alla sua uscita: dopo le prima accuse di demagogia e populismo, anche politici han dovuto ammettere la veridicità dell’indagine contenuta ne “La casta” e fare mea culpa (quanto sia stato sincero questo mea culpa è facile capirlo). Ed ecco piovere promesse di cambiamento, onorevoli dichiarare di leggere “La casta” ogni sera prima di andare a dormire, altri dire di leggere attraverso le sue pagine le politiche di risparmio da adottare. Ma cosa effettivamente è cambiato dall’uscita di “La casta”? Nulla. Esattamente nulla. Certo all’inizio, un taglio qui ,una limatina lì, qualche spreco lo si era tagliato: si era tagliato il numero dei barbieri a Montecitorio da 133.000 euro l’anno cadauno, alzato il costo della mensa per gli onorevoli… salvo poi regalarsi agendine per l’anno nuovo da comportare una spesa di 260.000 solo per le agende. Sembrava quasi fatta ma mai illudersi, tutto pian piano è tornato come prima. Tutto tornato alla normalità, di una illogica normalità che del bene comune e di noi cittadini si fa beffa. E pare avesse ragione il Tancredi di “gattopardiana” memoria: “Tutto deve cambiare affinché tutto resti come sia”

“La casta” è il libro che la classe dirigente italiana si è scritto da sola, attraverso i suoi vizi, le sue malefatte, la sua immoralità. Un best-seller della saggistica moderna che ci invita ad aprire gli occhi su chi ci governa, sui modi in cui lo fa e se magari lo fa facendosi beffa dei suoi elettori. Che ci invita ad informarci e ad aprire gli occhi. Perché se è vero che deve essere un governante ad aver paura e riverenza del suo popolo e non il contrario, un popolo informato è l’arma più potente per il miglioramento della sua stessa classe dirigente.
10 e lode quindi a Sergio Rizzo e a Gian Antonio Stella, 10 e lode a “La casta”, testimonianza di una classe dirigente da cancellare ma non da dimenticare, perché non si ripetano gli stessi errori del passato, e fonte di riflessione per la nascita di una nuova politica pulita e trasparente.

Mariagrazia Romano

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