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Pasquasia: tra luci e ombre la miniera del mistero

Di Annalisa Signorelli

 

“Siamo di fronte ad una vera e propria bomba ambientale con una potenzialità tale da inquinare l’ambiente e le falde idriche del sottosuolo. Chiederemo alla  Regione l’immediata bonifica del sito, la dismissione delle tonnellate di lastre di amianto e un controllo sulle acque esauste provenienti dal lavaggio delle miniere, che rischiano di inquinale le falde idriche dell’intero
territorio di Enna”. Lo dichiarava Salvino Caputo (Pdl) nell’aprile 2010. Parole sicuramente suggestive e impegnatissime, quelle del presidente della commissione parlamentare attività produttive dell’ARS.
Tuttavia solo il 16 febbraio 2011 si è tenuta ad Enna, presso l’aula magna del Liceo Linguistico “Abramo Linconl” una riunione tra i tre consigli provinciali di Enna, Agrigento e Caltanissetta con i rispettivi presidenti dei Consigli provinciali. Hanno preso parte all’incontro anche i deputati regionali Colianni, Leanza, il già citato Caputo e il presidente della Provincia di Enna, Monaco. Una schiera di eminenti esponenti della politica che hanno ribadito la necessità di un intervento quanto più celere ed efficace possibile. Tuttavia c’è da chiedersi sino a che punto questi interventi possano essere rapidi, se dalle ultime parole (famose) di Caputo al concreto incontro tra gli interessati sia passato un anno. Da tempo ormai si parla di alto inquinamento ambientale prodotto dalla ‘misteriosa’ miniera di Pasquasia, collocata al centro della Sicilia, e si vocifera che tra le
possibili cause vi sia quella delle scorie radioattive, che come tutti sanno, impiegano millenni per decadere e degenerarsi. Che la nostra miniera sia diventata un deposito radioattivo ad altissimo rischio per la salute dei cittadini? Certamente il numero dei tumori in provincia di Enna continua ad
aumentare vertiginosamente e in base ai calcoli recenti effettuati dalle statistiche il tasso è ancora elevato. Tutti ne parlano, tutti si lamentano ma forse ciò non basta più. Ormai il sito è in condizioni deplorevoli, soprattutto dopo che sono stati effettuati ben due sabotaggi da ignoti che hanno aperto i
rubinetti dell’olio dielettrico, che serve per protegge i macchinari, e che è andato a finire nel sottosuolo con il pericolo di poter andare ad inquinare le falde acquifere sottostanti. L’olio sparso è di notevole quantità (circa due tonnellate) ed è altamente cancerogeno, per cui bisogna che la commissione regionale si attivi affinché venga fatta, in tempi brevi, la bonifica del sito e nel contempo imporre una sorveglianza più concreta per evitare che si possano verificare casi del genere. Ci si chiede se coloro che abbiamo effettuato i sabotaggi volessero impedire che l’attività estrattiva fosse ripresa o fosse una forma di protesta ben chiara di fronte al mancato impegno concreto delle istituzioni di fronte ad un problema di così grave entità.

“La miniera di Pasquasia è d’esempio – dice Salvino Caputo – del totale disinteresse del Governo verso le attività produttive e dell’assoluta mancanza di risposta verso la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente”. Una critica al suo stesso Governo a quanto pare, in cui è inclusa anche la (mancata) promessa dell’on. Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio,
riguardo ad un intervento da parte del Governo stesso con dei finanziamenti cospicui.

Noi abitanti della provincia di Enna siamo ormai stanchi di false promesse, che vanno avanti dal lontano 1992, quando l’impianto, originariamente destinato alla coltivazione, all’estrazione, alla produzione di sali potassici per uso agricolo venne chiuso. Considerato che la miniera potrebbe costituire un’importante risorsa per la produzione di magnesio e che nessuno sa effettivamente cosa ci sia dentro (numerosi hanno tentato di entrarvi ma il sito, in passato gestito dall’Italkali, era impenetrabile per ‘alta pericolosità’, non si sa dovuta a cosa ed è facile chiedersi: “ma, se non c’è nulla da nascondere, qual è il motivo per cui diversi controlli sono stati sviati?!”), si spera che la bonifica avvenga il più presto possibile. Ma tutti sappiamo che i tempi della politica sono molto lunghi e gestibili da interessi privati… E’ tempo che la popolazione si svegli e che cominci ad agire, a protestare, a far sentire la propria voce su una questione che riguarda il NOSTRO territorio, in cui nasceranno e cresceranno i nostri figli. Poniamo fine al silenzio e all’omertà che ha sempre caratterizzato questa terra.
La verità resterà nascosta fra le macerie… O forse dobbiamo solo accettare che in Sicilia anche la verità è un business.

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