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Fà la cosa giusta!

In Sicilia, dall’8 al 10 Novembre, giungerà alla seconda edizione la Fiera del consumo critico e degli stili di vita “Fà la cosa Giusta!”, su iniziativa dell’omonimo comitato nato nel 2009. Abbiamo intervistato uno dei componenti e organizzatore di questo evento, Giovanni Abbagnato.

“Fà la cosa giusta” è solo una Fiera?
In realtà è molto di più perché, intanto, “ Fà la cosa giusta Sicilia “ è una manifestazione – la prima da Parma e giù – che, pur dentro l’ispirazione di un marchio ideato dalla nota casa editrice “Terre di mezzo” e ormai sviluppatosi in ambito europeo, riguarda essenzialmente la Sicilia e le tante sue realtà virtuose e innovative distanti dagli stereotipi generalizzanti che distorcono il modo di essere ed interpretare la vita e le aspirazioni di tanti siciliani. E poi, è una manifestazione costruita dai siciliani – associazioni, cooperative e vari soggetti – che hanno realizzato “la cosa giusta” con un metodo partecipativo innovativo, anche rispetto all’ambito del marchio nazionale “Fà la cosa giusta” con le sue altre esperienze nel Nord, costituendosi in un Comitato che ha elaborato e condiviso dei documenti fondativi e si è data un codice etico rigoroso per vigilare sulla responsabilità socio-etica e ambientale in tutti gli atti e le relazioni del Comitato, con particolare attenzione al contrasto socio-culturale della mafia e di tutte le forme di prevaricazione e corruzione proprie del sistema politico-affaristico e mafioso, purtroppo, ancora molto radicato nella nostra Isola, come in larghe aree nel resto del Paese.

Perché fare “la cosa giusta”?
Oggi che si evidenzia una crisi epocale generalizzata in tutti gli ambiti dell’esistenza umana, l’idea di un protagonismo della società consapevole, a partire dallo specifico delle proprie vite, non è un optional o una visione immaginifica. Si tratta di una necessità che s’impone considerati i drammi che ogni giorno affiorano prepotentemente in tutte le società e che sono il prodotto di un dominio efferato su tutti gli elementi, perpetrato attraverso teorie economiche che, nella più generosa delle ipotesi, oggi sono entrate in una crisi probabilmente irreversibile. Tutto questo non è solo il frutto di politiche di dominio incondizionato e di cinico sfruttamento di esseri umani e di risorse della Terra, ma anche della deresponsabilizzazione indotta delle popolazioni che non hanno vigilato abbastanza e reagito adeguatamente, a partire dai loro comportamenti quotidiani, alla distruzione perpetrata attraverso un’idea di sviluppo, talvolta criminale, spesso folle. Senza volere fare opera di catastrofismo, va detto che dati scientifici attendibili considerano il degrado idrogeologico e l’inquinamento del territorio e dell’aria (con la conseguente catena fatta di insicurezza ambientale, alimentare e, più in generale, sociale) inquietanti fenomeni non lontani da un punto di non ritorno. Per questoFà la cosa giusta Sicilia vuole farsi vetrina di realtà produttive e socio-culturali che dimostrino, ad un pubblico sempre più ampio che vada oltre gli addetti ai lavori, che è possibile fare economia “pulita” e responsabile, rispettando la natura e i suoi equilibri e introducendo relazioni sociali solidali e cooperative, anche in campo economico. “Fà la cosa giusta Sicilia” vuole anche chiamare tutti a responsabilità per cominciare a modificare la situazione attuale attraverso comportamenti virtuosi che introducano la sobrietà e la ragionevolezza nei consumi, la responsabilità nei comportamenti sociali e il contrasto di pratiche egoistiche ed individualistiche. Insomma, un non delegare il più possibile delle persone comuni per mettersi nella condizione di chi non aspetta il grande evento, ma ogni giorno prova a fare “la cosa giusta” nel suo piccolissimo, quando fa la spesa, privilegiando produzioni rispettose della natura, come quando sceglie il mezzo di trasporto da usare o mette in pratica ogni forma di responsabilità etico-sociale ed ambientale attraverso il risparmio energetico, la gestione razionale dei rifiuti, la cura delle relazioni sociali e tanto altro.

Quali obiettivi vi proponete di raggiungere con questa seconda edizione?
Sul piano squisitamente organizzativo, si punta a migliorare lo straordinario risultato della prima edizione nel 2012, con un ulteriore incremento del volume dei visitatori degli stand, allestiti nei suggestivi capannoni di archeologia industriale dei Cantieri Culturali della Zisa a Palermo, rappresentanti le categorie contemplate nella guida “Fà la cosa giusta”, edita nel 2011, dal mangiare, all’abitare, ai beni comuni, all’editoria, all’equo e solidale e così proseguendo. Più in generale, si punta a favorire lo sviluppo di una consapevolezza, sempre più diffusa, sui contenuti sociali, etici ed ambientali, grazie ad un nutritissimo programma culturale che prevede convegni, workshop, laboratori ed attività in collaborazione con Scuole ed Università, confronti con le Istituzioni che toccheranno tutti i temi della Fiera. Giusto per citarne solo alcuni, dall’economia, all’ecologia, alle produzioni biologiche e di energie alternative, alla gestione dell’acqua e dei rifiuti, alla mobilità, alla solidarietà, ecc.. In ogni caso, si tratta di un’ulteriore tappa importante di un percorso di azione e consapevolezza, probabilmente ormai inarrestabile, che dimostra grandi potenzialità, soprattutto in prospettiva. Ogni giorno, e non solo nella tre giorni della Fiera -Mercato di Palermo dei prossimi giorni 8/9/10 novembre, Fare la cosa giusta” si può, ma soprattutto si deve fare.

 

Simone Lo Presti

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