Le associazioni mentali che scaturiscono dal nome di Mahatma Gandhi sono non-violenza, disobbedienza civile, pacifismo, verità. Questi concetti conducono ad una ricerca di stabilità sociale, evitando lo strumento della violenza, per ottenere giustizia e benessere.
Se invece si elencano i termini suggeriti dal nome di Adolf Hitler emergeranno parole come dittatura, razzismo, persecuzione, guerra. Si tratta di concetti opposti ai precedenti: la politica adottata dal nazionalsocialismo è caratterizzata da una spiccata disciplina come strumento di discriminazione volto alla soppressione violenta di quelli che erano considerati i nemici della società.
Gandhi era una persona intensamente umana ma anche un visionario, aveva una profonda coscienza sociale e un grande coraggio che ha dato al mondo un modello di rivoluzione non violenta. Per lui nulla era privo d’importanza ed impossibile; voleva sradicare il morbo del “pregiudizio di colore”; affermava che le crudeltà che aveva visto compiere contro gli uomini erano state il più grande punto di svolta della sua vita spirituale, quello che lo avrebbe portato ad abbracciare la non violenza.
Hitler invece impiegò una grande quantità di risorse nell’affermazione dell’antisemitismo, nell’emarginazione, nella persecuzione ed infine nell’eliminazione degli ebrei, degli omosessuali e dei portatori di handicap. Con la giustificazione di voler difendere il popolo tedesco da queste supposte minacce, instaurò questa persecuzione del diverso che ebbe come conseguenza la morte di 6 milioni di persone.
Gandhi trova un nesso logico tra violenza ed ingiustizia, afferma che attraverso la violenza non è possibile ottenere giustizia, ma solo il perdurare della violenza, i principi cardine per operare un rivoluzione non violenta sono l’amore “ahimsa” e la verità “satya”, identifica nella verità Dio.
Secondo lui solo attraverso la ricerca della verità e attraverso l’Amore verso il prossimo è possibile una reale trasformazione, conversione dell’umanità. Per ottenere tale scopo è necessaria la purificazione dell’anima e un allontanamento dai desideri e dalle pulsioni del corpo, attraverso il vegetarianismo, le cure naturali per ogni malattia, l’istruzione domestica per i figli, l’estrema austerità in ogni aspetto della sua vita.
La convinzione che l’uomo deve essere convertito e non costretto, lo porterà tra l’altro a scrivere due lettere ad Hitler: la prima per scongiurare lo scoppio della Seconda guerra Mondiale; e la seconda nel 1940 dove lo esorta ad arrestare il fiume di sangue, morte e orrore che ha causato. Quest’ultima è una lettera apparentemente dimessa ed umile, ma che pone il dittatore di fronte a tutte le sue colpe, Gandhi è consapevole che tale lettera non fermerà Hitler, ma ciò nonostante la scrive, perché non rimane in silenzio di fronte a tutto ciò che accade.
La sua ricerca filosofica fu anche e soprattutto una ricerca religiosa che non si limitò solo alla religione induista, ma anche al Buddhismo, all’ Islamismo e al Cristianesimo, vede in Gesù Cristo una figura fondamentale e descrive il suo punto di vista in numerosi scritti.
Fu in grado di vedere i limiti della propria ambizione e rifare il suo mondo, perché fu in grado di vedere i limiti dell’umanità, cosa che gli provocò immenso dolore alla fine della sua vita; come metodo di lotta politica adottò la disobbedienza civile, ovvero la consapevole violazione di una legge considerata ingiusta, in modo da rendere pubblicamente operative le sanzioni previste da quel reato. La disobbedienza civile è una protesta pacifica a ciò che non si considera giusto, che mette in pericolo esclusivamente l’indennità della persona che la attua.
Analizzando gli strumenti, i metodi e le finalità di Gandhi ed Hitler, la riflessione che è emersa è che i fini dei due leader sono simili, ovvero difendere la società, arricchirla e consolidarla. I mezzi utilizzati per ottenerli sono molto lontani gli uni dagli altri. Gandhi utilizzava la sua posizione di potere per diffondere il suo pensiero e farlo conoscere, lasciando al singolo la possibilità di valutare il suo metodo. La politica di Hitler era invece caratterizzata dall’imposizione della dottrina, da una severa dittatura che non ammetteva disaccordi e dal genocidio radicale di milioni di persone.
Veronica Scribano
Oriana Siracusa
Claudia Cilia
Valeria Gurrieri
Pinuccia Occhipinti
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