Un comitato, troppe sigle!
Quant’è difficile insegnare al giorno d’oggi, sembra quasi che non ci sia la possibilità. I posti sono pochi o le persone sono troppe? SSIS, TFA, PAS e poi la GAE; anni scolastici, punteggi, tempo, soldi, manifestazioni, governi. E’ parecchio difficile stare al passo con quanto succede intorno al tentato insegnamento in Italia, una piaga che affligge migliaia e migliaia di laureati, per i quali nello sconfinato deserto del precariato il “ruolo” si presenta come un miraggio.
A questo proposito ci siamo rivolti al Comitato TFA Ordinario Italia, un movimento costituitosi la scorsa estate che ha portato avanti una vera e propria battaglia, affinché venissero rispettate le pari opportunità in merito alle graduatorie di insegnamento.
“Chiediamo che chi abbia il TFA (tirocinio formativo attivo) possa entrare nella GAE (graduatoria ad esaurimento). Chiediamo che i neolaureati abbiano un percorso certo: laurea – TFA – GAE. Tutti uniti affinché si premi il merito”, così Gregorio Capuana, ingegnere e insegnante siciliano di 34 anni, residente attualmente a Torino e presidente del Comitato.
Il 7 settembre scorso centinaia di tieffini (iscritti cioè al TFA), neolaureati, idonei del TFA, si sono recati a Roma, riuniti per un’unica manifestazione “in occasione della quale siamo stati illusi con vane parole pronunciate solo al fine di tenerci buoni. Noi tieffini ci troviamo vittime di una triplice ingiustizia: siamo fuori dalle GAE, lo sapevamo, è vero, ma non sapevamo dei PAS (percorsi abilitanti speciali); alcuni colleghi congelati SSIS sono dentro alle GAE come anche abilitati all’estero, il che sfiora il paradossale; non ci è stato concesso di utilizzare da subito il titolo come ai colleghi congelati SSIS e alcuni di noi abilitati non lavora, mentre lavorano docenti non abilitati” ci dice un altro membro del Comitato. Entra in campo un altro acronimo: PAS.
In sostanza si tratta di una sorta di sanatoria per chi, infatti, abbia una presunta anzianità di servizio attestata in sole tre annualità di supplenza. Queste persone beneficeranno della abilitazione, senza passare per altre prove selettive. La SSIS (scuola di specializzazione all’insegnamento secondario), invece, ha preceduto il TFA, avendo terminato il suo ultimo ciclo (il IX), nel 2009. Così “il governo Berlusconi ha deciso di sostituire la vecchia SSIS con il TFA e, dopo un parto lungo diversi anni, nell’anno accademico 2012/2013 sono stati attivati i TFA relativi all’a.a. 2011/2012. Nati e strutturati sull’esigenza di limitare il precariato, selezionare il merito, hanno da subito mostrato non poche difficoltà per il partecipanti!”.
Un percorso da tieffino
Ma chi sono i tieffini? “I tieffini sono prevalentemente ultratrentenni con anni di servizio, che si sono rimessi in gioco e non hanno cercato scorciatoia alcuna. Hanno speso soldi, circa 100 euro per il test d’ingresso, dai 2000 ai 3000 euro per il corso. Dentro alle GAE ci sono abilitati SSIS, ma anche abilitati con corso abilitante speciale (PAS) che non hanno fatto alcuna selezione”, così una ragazza membro del comitato, la quale ci riassume in breve il percorso fatto da lei e da altre centinaia di tieffini: “Da luglio a novembre i partecipanti hanno dovuto fare tre selezioni, di cui una nazionale, svolta in aule sorvegliate strettamente con uscieri improvvisati a detentori di metal detector; una seconda con domande aperte scritte, strutturate dagli atenei ed una terza orale. A gennaio sono partiti i corsi con esami intermedi, tirocinio a scuola, lezioni massacranti e seminari (anche 4-5 giorni a settimana), e ben due esami finali”. Sembrava essere finita e invece “a febbraio una circolare invitò gli atenei a finire in tempo i lavori per permettere di utilizzare il titolo già dall’ a.s. 2013/2014. A chi? Ai congelati SSIS che, avendo fatto lo stesso nostro percorso, albergano felicemente nella GAE. Qualcuno ha preso il ruolo al volo, solo perché per le GAE vale il singolare principio che chi prima arriva meglio alloggia. Così a luglio ci siamo abilitati e ad oggi del nostro titolo niente”.
Col cambio di governo, con Monti premier, siamo arrivati ad un altro cruciale passaggio e quindi ad un’altra sigla, anticipata sopra, e introdotta dal Ministro Profumo che “ha di fatto vanificato la programmazione fatta e tradito le nostre aspettative, firmando il decreto sui PAS e consentendo a circa 70.000 persone di abilitarsi: persone che sono in prevalenza i bocciati alle selezioni del TFA”.
Una vicenda confusa e precaria, in stile italiano. Un comitato, come tanti, che raccoglie le testimonianze di una fetta di paese, tra lo sconforto e la disperazione. Anni passati a studiare, a sgobbare, mentre una riforma o un decreto vanificano l’impegno e il sudore della fronte. “Il comitato chiede che, in quanto abilitati, ci venga concesso di entrare in Graduatoria ad esaurimento (nostro sacrosanto diritto). Chiediamo solo di essere trattati da abilitati e di avere pari dignità rispetto ai colleghi SSIS. Chiediamo che venga distinto chi, come noi, ha scelto di essere selezionato, da chi, come i PAS, ha preferito attendere una sanatoria collettiva”. Parole da precari, udite nel deserto del lavoro.
Attilio Occhipinti
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