WELCOME TO APARTHEID
La segregazione razziale era una pratica molto diffusa negli Stati Uniti, nel Sudafrica e nella Germania Nazista nel secolo scorso. Una pratica barbara, basata sulla restrizione dei diritti civili su base razzista. Fortunatamente è pressappoco caduta nell’oblio. Chissà, magari questa situazione di fatto non è ben presente al presidente della sesta Commissione consiliare di Trapani, Andrea Vassallo, membro del PSI. Da quest’uomo dell’amministrazione comunale è arrivata la “geniale” idea di proporre una sola linea di autobus riservata ai neri, agli immigrati. Il primo cittadino della città siciliana, Vito Damiano, ha provato a smorzare, parlando “di un bus navetta gratuito per venire incontro alle esigenze di spostamento in città degli immigrati ospiti del Centro di accoglienza della frazione di Salinagrande.” Il ragionamento “non fa una grinza”, già.
LA RISPOSTA
La veemente condanna dell’indecente proposta, per buona sorte, non si è fatta attendere. Abbiamo raggiunto il coordinatore provinciale dei GC, nonché membro del partito di Rifondazione Comunista, Francesco Bellina, che ci ha reso chiara la linea politica di chi si è indignato a quest’affronto alla civiltà: “La proposta di istituire una linea di trasporto esclusiva per i migranti, oltre a sembrarci assurda, ci appare razzista e discriminatoria. Chiunque abbia fatto questa proposta – a nostro avviso – non può far parte di un’istituzione democratica.
Come Partito della Rifondazione Comunista, oltre alla condanna espressa contro l’idea malsana degli “autobus dell’apartheid”, ci riserviamo di proporre al più presto all’Amministrazione Comunale, dei progetti che abbiano come scopo l’integrazione reale dei migranti nel tessuto sociale cittadino. In questa terra nessuno dev’essere straniero”.
Parole che chiunque sano di mente e con un po’ di buonsenso non può che sottoscrivere. Possiamo chiudere ironicamente dicendo che se la nuova era, propinata dalle profezie Maya, si è aperta in tale modo, le vie per la stupidità xenofoba non troveranno mai fine.
Ci appelliamo tutti al buon senso della, si spera, maggioranza della società civile.
Simone Bellitto
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