Press "Enter" to skip to content

Il business fiorente della cocaina

Roma, Policlino Casilino, quattro neonati si comportano in maniera inusuale. Non cessano di piangere, continuano a dimenarsi. Presentano crisi di astinenza da cocaina, un sintomo che nel peggiore dei casi può portare alla morte in culla. Per calmarli, i medici usano dei barbiturici, ma quando la crisi è più acuta gli somministrano addirittura la morfina. Quello di Roma non è un caso isolato, a Brescia ce ne sono stati altri 4 negli ultimi tre mesi. È uno degli effetti del traffico incessante di cocaina, che stando alle ultime stime è in continua espansione in tutta Europa. Sono 700 le tonnellate sbarcate nell’ultimo anno.

Quanto vale la coca?

Secondo l’European Investigative Collaborations la maggior parte della coca, proveniente dal Sudamerica (Colombia, Messico, Ecuador), sbarca nei porti di Anversa, Rotterdam e Valencia. In Italia, i porti di Genova e Livorno attraggono i carichi più importanti, indebolendo il ruolo di Gioia Tauro, da sempre snodo strategico della ‘ndrangheta. Infatti, il 31 gennaio 2019 a Genova è stato sequestrato il secondo carico di droga più ingente degli ultimi 25 anni. Due tonnellate di cocaina provenienti dalla Colombia e dirette a Barcellona.

La somma del business globale della cocaina raggiunge la cifra di 300 miliardi. Secondo i dati del Corriere Canadese, il primato di maggiore consumo di coca in rapporto alla popolazione spetta agli Stati Uniti. Il secondo posto è conteso tra Italia e Canada. Nei soli porti italiani sono state sequestrate quest’anno ben cinque tonnellate di cocaina, il 168 per cento in più rispetto al 2018. Come confermato dall’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, le alleanze transnazionali fra i vari gruppi criminali sono molto capillari e diversificate, rendendo difficile per gli agenti collegare i pezzi di un quadro complesso e articolato.

Le nuove rotte

Secondo il documento della DIA le ‘ndrine calabresi continuano ad essere le regine del traffico di stupefacenti “grazie al rapporto privilegiato, se non esclusivo, con le organizzazioni criminali del Sud-America, attraverso il territorio spagnolo, utilizzato dai sodalizi calabresi anche per riciclare denaro di provenienza illecita e coprire la latitanza di suoi accoliti”. Non è da sottovalutare il ruolo delle organizzazioni criminali albanesi, che si stanno ritagliando un ruolo sempre più egemone. Infatti, la recente operazione “Drug Boat” ha dimostrato come i trafficanti pugliesi, attraverso veloci imbarcazioni, raggiungevano le coste albanesi, dove, grazie al supporto organizzativo dei gruppi criminali locali, trovavano lo stupefacente pronto per essere imbarcato. Anche l’operazione “Boca” della Guardia di Finanza di Brescia ha confermato i legami tra criminalità italiana e albanese, portando all’arresto di 56 persone (di cui 15 nel bresciano). La droga transitava ad Anversa, Amsterdam e Francoforte per poi arrivare nelle province di Brescia e Bergamo.
Anche a Sud la situazione non cambia. Secondo la DIA “la fascia costiera jonica della città di Siracusa ed il territorio interno, rappresentano una consolidata via di approvvigionamento degli stupefacenti, specie di quelli (hashish e marijuana) provenienti dall’area balcanica”. Non sono comunque da sottovalutare le tradizionali modalità via terra di rifornimento degli stupefacenti che trovano riscontro nel sequestro di considerevoli quantitativi di cocaina, hashish e marijuana. Alcuni arresti eseguiti nel territorio campano, hanno evidenziato come, attraverso una rete di pusher che fungevano da corrieri a domicilio, la cocaina, ordinata via telefono o tramite social network, veniva consegnata in tutto l’arco delle 24 ore anche a studenti all’esterno degli istituti scolastici, a imprenditori presso le loro aziende, ad autotrasportatori che, giungendo presso il centro agroalimentare di Volla, prenotavano le dosi di cocaina per consumarla durante il viaggio.

Il traffico di cocaina scorre a fiumi dai più importanti porti d’Europa, rappresentando una vera e propria emergenza per l’intera Unione. Secondo Kevin Scully, uno dei dirigenti della DEA (Drug Enforcement Administration) operativi a Bruxelles, l’import della cocaina rischia di toccare un nuovo record in questo 2019, raggiungendo un picco mai visto prima.

 

Youssef Hassan Holgado

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *