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Verso il congresso CGIL 2019: tra necessità di cambiamento e ritorno alle origini

Con una serie di iniziative svoltesi dal 24 al 26 luglio tra le province di Siracusa, Catania e Ragusa, la CGIL rilancia la guerra al caporalato. Scopo dell’evento la visita degli alloggi, spesso fatiscenti, e dei campi di lavoro dei braccianti con l’obiettivo di monitorare le condizioni dei lavoratori della costa sud-orientale della Sicilia.
Giovedì 26 luglio si è svolto nella Camera del Lavoro di Ragusa l’incontro del comitato direttivo provinciale, che ha visto la partecipazione di numerosi iscritti e gli interventi dei rappresentanti delle varie categorie presenti all’interno del sindacato. Presente all’iniziativa promossa dalla CGIL di Ragusa l’ex segretario generale della FIOM-CGIL, ora all’interno della segreteria nazionale, Maurizio Landini.


Ad aprire i lavori il Segretario Generale provinciale Peppe Scifo, che pone l’attenzione sugli ultimi dati ISTAT, i quali vedono ritornare la percentuale di occupati in Provincia di Ragusa ai livelli del 2011, sottolineando però che fermarsi ad un’analisi quantitativa di questi dati non permetterebbe di notare il sostanziale e progressivo decadimento della qualità del lavoro e dei nuovi contratti stipulati. Non manca, nella relazione del segretario, anche una dura critica alle attuali decisioni del governo, così attento a chiudere i porti, ma evidentemente poco interessato ad aprire nuovi cantieri e creare occupazione.
Denuncia, infine, la situazione degli ispettorati del lavoro, che in grave deficit di personale e mezzi rimangono quasi impotenti davanti alla mole di controlli necessari per contrastare le varie forme di sfruttamento già più volte denunciate nel settore agricolo, edile e degli autotrasporti.
Alla relazione iniziale di Scifo seguono numerosi interventi di rappresentanti di vari settori, sia pubblici che privati. Il primo degli interventi riguarda la sanità, settore nel quale si assiste ad un progressivo spostamento volontario verso il settore privato a svantaggio del pubblico, sempre più povero di risorse e personale, ed in cui la figura del Direttore generale, troppo spesso portatore di interessi di una parte politica, non permette una gestione collettiva e partecipata delle varie figure che animano il settore.
Segue inoltre l’intervento di una rappresentante della pubblica istruzione, che insiste sul ruolo importantissimo della scuola nella formazione delle nuove generazioni e su come essa sia un antidoto importantissimo alla marginalizzazione e all’isolamento dei ragazzi, specie nelle periferie, sempre più focolai di odio e frustrazione sociale.
Spicca la denuncia di un rappresentante del settore degli autotrasporti, su come in passato siano stati sorpresi autotrasportatori pagati con Voucher anche per lunghe tratte e chiedendosi come sia possibile che l’INPS, la più grande banca dati del Paese, non sia in grado tramite anche la collaborazione con altri enti e forze dell’ordine di fare controlli incrociati e venire a capo di queste situazioni stroncandole sul nascere.
Non mancano anche dure critiche contro il sindacato, su come sia necessario un rinnovamento di metodi e persone e l’interessamento verso le nuove forme di lavoro che coinvolgono una fetta importante di nuovi lavoratori, specie tra i più giovani, e dietro le quali troppo spesso si nascondono sfruttamento e totale mancanza dei minimi diritti.
Interviene poi il Segretario generale di CGIL Sicilia Michele Pagliaro, il quale denuncia il pericoloso clima d’odio diffuso nel Paese e sottolinea come temi importanti come quello dell’immigrazione vengano trattati con estrema superficialità e pericolosa ambiguità dalle principali forze politiche.
Pone anche l’accento sull’importanza del ruolo del sindacato e su come sia importante vigilare sulle azioni di questo nuovo Governo, che gode di grande legittimazione popolare ma che sembra smentire giorno per giorno le promesse fatte in campagna elettorale.
Infine risponde alle perplessità espresse durante un intervento sui Voucher, dicendo come il racconto dei piccoli lavoretti sia stato sfruttato per estenderli a settori in cui i diritti dei lavoratori sono stati drasticamente ridotti. Insiste, inoltre, sul fatto che per tanti di quei lavori che oggi si dice necessitino dei voucher esistono già delle forme contrattuali, che a differenza dei voucher però garantiscono quei minimi diritti di cui ogni lavoratore dovrebbe godere e che con i voucher vengono meno.
Lucido ed appassionato infine l’intervento dell’ex segretario generale della FIOM-CGIL Maurizio Landini.
«La CGIL- dice il segretario-  può essere oggi uno strumento importante per i lavoratori per capire cosa succede in questo momento storico in Europa. Siamo di fronte ad una situazione inedita».
Argomento di grande interesse è quello della inefficacia delle decisioni della politica di fronte a quelle della finanza e del capitale, il quale, è il vero soggetto che decide. L’obiettivo, è dunque quello di una trasformazione del modello sociale capace di dare ai lavoratori gli strumenti per partecipare alla trasformazione e al miglioramento della propria vita.
«Ricostruire un’unità sociale del mondo del lavoro è un punto fondamentale. Dobbiamo unire la battaglia per i diritti a quella di un nuovo potere dei lavoratori per poter intervenire sul significato del lavoro.
Non mancano poi critiche all’operato della sinistra che, dice Landini, non ha fatto gli interessi dei lavoratori, dei precari, delle donne e dei giovani.
«Se guardiamo al campo dei diritti sociali, le peggiori riforme le hanno fatte forze politiche che si richiamano all’internazionale socialista. Oggi la legge difende l’impresa che licenzia ingiustamente».
Dure le critiche, infine, all’operato dell’attuale governo, accusato di voler chiudere le frontiere e estendere il campo di utilizzo dei voucher.
Landini conclude con la necessità di ricondurre il sindacato verso quella che è stata l’origine dell’esperienza lavorativa associata e ciò che ha portato alla nascita delle camere del lavoro, un sindacato che non si occupi solo della contrattazione ma che riesca a costruire una cultura politica nuova.

Alberto Lucifora
Sebastiano Cugnata

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