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QUESTA VOLTA SI(CILIA)!

Il 5 Novembre prossimo una Sicilia umiliata, povera e sfiduciata sarà chiamata a scegliere. Ma non a scegliere di continuare un progetto piuttosto che iniziarne un altro, in Sicilia non c’è niente di tutto questo. Perché la Sicilia non è una regione d’Italia come le altre, non è un Popolo di cinque milioni di persone in carne ed ossa, è semplicemente una merce di scambio. 

E’ il luogo dove voto di scambio politico-mafioso e laboratori di alleanze politiche-affaristiche hanno terreno fertile, la strada spianata. Per questo la Sicilia è così importante una volta ogni cinque anni, perché qui ci si gioca tutto, gli affari, il potere, le poltrone. Poi che lo si faccia a spese di un intero popolo, questo poco importa. E pazienza che ogni anno decine di migliaia di giovani partano per cercare fortuna altrove, che padri e madri di famiglia siano costretti a lasciare la propria terra per andare a cercare lavoro al Nord o all’estero. Pazienza che la regione sia sempre più vecchia demograficamente, che la disoccupazione cresca più di ogni altra regione d’Europa, che la Sanità pubblica va sempre più sfaldandosi a favore di quella privata amica degli amici, che ancora troppi siciliani si vedano ogni giorno umiliare dal pagamento di un pizzo, nonostante per qualcuno sia solamente un modello di barba su cui fare campagna elettorale. Pazienza.

Siamo e continueremo ad essere un grande laboratorio. In questo laboratorio cambiano gli esperimenti, cambia la formulazione dei reagenti, ma non cambiano gli scienziati ne tanto meno i loro scopi. E così possiamo osservare la chiara ed inequivocabile svolta a destra del Partito Democratico, che dopo la disastrosa esperienza Crocetta va avanti con il proprio alleato naturale Angelino Alfano, personaggio inesistente in ambito nazionale ed internazionale ma potente in questa regione dove tutto è possibile, tanto da elevarlo a leader di uno schieramento che può contare su due o tre Ras acchiappavoti, gentiluomini talmente buoni e solidali da dedicarsi anima e corpo all’accoglienza migranti in Sicilia.

In questo variopinto contesto spicca la figura sempre verde dell’Onorevole Nello Musumeci, personaggio sicuramente rispettabile ma che pretende di elevarsi a figura di spicco dell’antimafia siciliana candidandosi con Forza Italia, ex cuffariani, ex autonomisti ed ex tutto, che è come mettere alla guida dell’AVIS il Conte Dracula.

Poi in questo laboratorio vi è una grande massa anomala, che come un fluido prende la forma del recipiente dove è compresa, e che si adatta ad ogni situazione pur di rimanere sempre a galla. Questa è il Movimento 5 Stelle, o anche detto Movimento del tutto il contrario di tutto. Quel movimento che dove amministra fa disastri, e dove non lo fa è in continua campagna elettorale con le tendenze del momento, subito pronto a comunicare con la pancia del popolo, anche a costo di cambiare opinione due volte al giorno. Un Movimento nato con lo slogan “uno vale uno” e finito con “uno non vale niente, se non lo dice Casaleggio”. Carrozzone pieno di avventurieri ed esperti di salto nel carro del vincitore, con tanto fumo e pochissimo arrosto, ma per la verità anche pieno di gente onesta che, stanca dei personaggi sopra citati, ne vede l’unica speranza, se non ancora un voto di protesta.

In questo tunnel lungo e buio si vede una lucetta, molto in fondo. Una lucetta che date le condizioni disastrose del panorama politico e sociale, avrebbe dovuto essere già da tempo un faro, ma che per colpa di chi ancora non ha deciso cosa fare da grande risulta essere piccolissima. Questa luce vede nelle figure di Ottavio Navarra e Claudio Fava una speranza, certamente non di un cambiamento immediato, ma dell’inizio di un qualcosa di bello, di pulito, che possa partire da qui ed allargarsi a macchia d’olio in tutta Italia. Una anomalia politica di Sinistra, democratica e popolare che unendo partiti ma soprattutto movimenti, associazioni e società civile possa provocare una scintilla, possa dire che una speranza c’è. Che i Siciliani hanno il diritto ed il dovere di rialzare le spalle, con a fianco delle persone oneste che, conoscendone i problemi e soprattutto non essendone la causa, possano accompagnarli verso il percorso del riscatto, della dignità di un popolo fin troppo deriso ed umiliato.

Il percorso è lungo e tortuoso. Di certo le candidature lanciate con comunicati stampa – come quella di Fava da parte di MDP – non rappresentano il modello di democrazia partecipata che noi vorremmo, così come ci sono fin troppi personaggi legati ancora a mamma PD che si candideranno sotto la bandiera dell’alternativa ma non appena ne avranno l’occasione ritorneranno a casa. Se questa esperienza però non si limiterà ad essere solo un cartello elettorale, ma un primo passo verso un nuovo modo di vedere la Politica, avremmo già dato un contributo importante ed inedito nella storia della politica siciliana. Per questo è importante non perdere ulteriore tempo ne tanto meno pezzi per strada, perché il contributo di ognuno è fondamentale per diffondere il messaggio che un’altra Sicilia è possibile.

Alberto Lucifora

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