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“C’è troppa diffidenza”. Parla Fabbris di Altragricoltura

Sono certamente parole di rammarico quelle con le quali Tano Malannino, presidente di Altragricoltura, sindacato degli agricoltori che da anni lotta per la Sovranità alimentare, apre la disertata assemblea pubblica di mercoledì 24 settembre a Vittoria (RG). Argomenti dell’incontro sono stati la crisi finanziaria, l’indebitamento degli agricoltori nelle campagne e lo sciacallaggio. A presiedere l’evento anche Gianni Fabbris, coordinatore nazionale al quale, nel mese di agosto, era stato negato (da un provvedimento della Procura di Matera) di lasciare Policoro, la propria città di residenza, con l’accusa di aver impedito ai nuovi proprietari l’ingresso nell’azienda acquistata, dopo l’espropriazione ad un allevatore della zona.
«Erano stati invitati anche i No Muos e i No Triv stasera, -afferma Malannino in apertura- ma non sono presenti. C’è troppa scarsa affluenza, non riusciamo a comunicare bene alle persone. Quello che in questi anni, da quando è iniziata la crisi economica, non siamo riusciti a fare, è una forte manifestazione di dissenso, pacifica s’intende, contro le politiche vessatorie che subiamo da parte di chi ci amministra. Quello che vogliono toglierci è anche il diritto a manifestare; e uno degli esempi è non può che essere il provvedimento e le perquisizioni ai danni del nostro coordinatore nazionale Gianni Fabbris». Continua il presidente di Altragricoltura, ribadendo la necessità di cercare l’alternativa alle attuali misure politiche ed economiche italiane ed europee, attraverso la costruzione di un progetto comune, che per essere realizzato ha bisogno di molta più partecipazione. Diverse sigle, quali Libera e la Fiom, hanno già deciso di aderire a questo progetto.
Gianni Fabbris, nella sua introduzione, torna a sottolineare come l’unità dei soggetti che operano nel sociale sia la più concreta risposta al perpetuarsi della crisi finanziaria:
«In questa fase politica e sociale sembra di esserci arresi, –afferma Fabbris- da una parte c’è del malumore diffuso, a causa della condizione economica, dall’altra troppa debolezza nella risposta. Credo che stasera ci sia poca gente ad ascoltarci perchè c’è troppa diffidenza tra le persone rispetto alle iniziative pubbliche, inoltre mi sento di affermare che quasi la totalità delle associazioni e dei movimenti impegnati nel sociale lavorano in modo frammentato senza unirsi fra di loro. C’è bisogno di unità. Altragricoltura -continua il coordinatore nazionale-  si è da sempre impegnata ad analizzare la situazione economica italiana riuscendo a prevedere già dal 1999 la crisi economica che esploderà soltanto otto anni più tardi. Tutto ciò è raccolto in documento del 2003 depositato alla Camera dei Deputati».
Le accuse forti che lancia Fabbris in chiusura dell’evento sono rivolte direttamente allo Stato: «La politica ha deciso di lasciare le redini della società al mercato; è fondamentale in questa fase storica il recupero della capacità di esercitare il potere da parte di chi sta subendo la crisi, vale a dire le fasce più deboli».

Sebastiano Cugnata 

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