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I cattolici che pensano comunista

“L’Italia liberale ha prodotto il Fascismo, non è stata travolta  da quest’ultimo”. La convinzione di Giuseppe Dossetti, giovane Padre Costituente, protagonista dell’incontro di martedì 4 Febbraio, organizzato a Ragusa dalle associazioni promotrici dei “Venerdì Insieme” ragusani, è il punto di partenza di una profonda analisi sociale che porterà il giovane intellettuale alla conclusione che “non bisogna ri-costruire la democrazia in Italia, ma bisogna, per la prima volta, farla”. A presentare le due facce, laica e religiosa (nel 1953 diventa braccio destro del Card. Lercaro e artigiano del Concilio Vaticano II), di Giuseppe Dossetti sono stati, rispettivamente, il Prof. Alberto Melloni, storico di fama internazionale, e Don Corrado Lorefice, professore dell’Istituto Teologico San Paolo e studioso fra i maggiori dell’opera dossettiana.
In questo articolo racconteremo, tuttavia, solo la prima attività politica di Giuseppe Dossetti, rinviando alle prossime settimane la trattazione sullo sviluppo religioso e sul suo ruolo centrale nella Riforma della Chiesa.

Giuseppe Dossetti: i primi anni

Giuseppe Dossetti nasce a Genova nel 1913, ma si trasferisce presto a Cavriago, in Emilia Romagna, dove cresce in un ambiente di forte tradizione socialista.
Si laurea in Giurisprudenza a Bologna con una tesi di Diritto Canonico sulla violenza quale causa di annullamento del matrimonio, con cui vince la cattedra di Diritto Canonico della Università Cattolica di Milano.
Dopo il 1943 inizia una serie di riunione insieme ad un gruppo di docenti dell’Università al fine di immaginare la nuova Italia. L’idea che sviluppano del Fascismo quale, appunto, prodotto della società liberale, crea un forte dissidio insanabile con Alcide De Gasperi. La nascita del Fascismo non era stata causata solo dallo Stato, reo di aver lasciato fuori dalla porta le masse, ma anche della Chiesa, che aveva usato i cattolici come una specie di peso sulla bilancia della paura: quando la Chiesa decide di mettere i cattolici su questa bilancia, nasce il Fascismo. “L’Italia pre-fascista era un aborto liberal-borghese” da cui allontanarsi il più possibile, studiando le cose antifasciste.
In quel periodo, riallaccia i rapporti con i vecchi amici emiliani, ormai tutti dirigenti del Partito Comunista, ed entrato a far parte del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) in rappresentanza della Democrazia Cristiana, nel dicembre del 1944, ne diventa Presidente provinciale: l’unico cattolico Presidente di un CLN.
Nell’attività della Democrazia Cristiana, Dossetti comparve a livello nazionale, per la prima volta, il 12 luglio del 1945 al primo convegno dei “Gruppi giovanili del partito”. Nelle elezioni per la direzione, cui il consiglio nazionale procedette immediatamente, Dossetti venne eletto vice-segretario ed ebbe l’incarico di gestire la propaganda, con cui porta avanti la linea Repubblicana, soprattutto nelle Regioni del Nord Italia.
Il 2 giugno 1946 Dossetti venne eletto all’Assemblea Costituente nella lista democratico-cristiana ed entra a far parte della Commissione “incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione”.

Al giovane Dossetti dobbiamo il riconoscimento dei diritti dell’uomo, nonché la genesi delle libertà finalizzate alla costituzione del cittadino democratico (progetto portato avanti insieme a Togliatti): “così come l’anticomunismo porta sempre al fascismo, allo stesso modo la democrazia forma cittadini democratici”.

 

Simone Lo presti

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