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Quelle vittime sacrificate dalla “stabilità”

Quale stabilità?

Di stabilità si vive. Di stabilità si muore. O, per variare il tema, di stabilità si dimentica. L’oblio è un luogo mentale che può, all’occorrenza, inghiottire più di quanto si possa mai pensare. Fa scalpore, però, che sia legata all’oblio una legge, un decreto che vuole portare la nostra Italia fuori dalla situazione critica che ci avvolge e ci sconvolge. Una delle novità all’interno della nuova legge di stabilità, infatti, sarà quella di aver lasciato fuori e di aver obliato nel dimenticatoio la dignità delle vittime del terrore. La parola “risarcimento”, ovviamente, è puramente indicativa riguardo a stragi che hanno trascinato sei piedi sottoterra decine e decine di persone, cancellandone e deturpandone il corpo, ma non la memoria. Questo fino ad oggi.
Il governo, nell’ultima settimana, si è reso colpevole e responsabile di una spiacevole dimenticanza: quella legata ai risarcimenti, dovuti e sacrosanti, alle vittime del terrore e delle bombe ed ai loro familiari. Il terrorismo che ha minato le fondamenta della nostra nazione continua a ferire a distanza di decenni. Così, vittime e parenti della strage di Bologna del 2 Agosto 1980, si vedono togliere il diritto, se non ad una risposta chiara sull’accaduto, anche ad avere una sorta di contentino, d’indennizzo sotto forma di vil denaro per quell’atto improbo, scellerato e intollerabile. Lo stesso destino, manco a dirsi, colpisce un’altra strage: quella di Firenze, la bomba mafiosa e vigliacca di via dei Georgofili, quella del 27 maggio del 1993. Risarcimenti, contributi, pensioni: tutto spazzato via. A nulla sono valse le false promesse del ministro Graziano Delrio che, il 2 Agosto di quest’anno, durante le commemorazioni della triste ricorrenza, aveva garantito che lo slittamento della questione “risarcimenti” sarebbe stato solamente temporaneo. Dimenticanza o cattiva fede?

Quale terrorismo?

Il rischio è di avere una memoria storica corta . Il governo tende, a parer mio, qualsiasi colore esso abbia, fatte le dovute eccezioni, spesso e volentieri, a dimenticare che esistono delle persone che rivendicano il diritto a non finire nel dimenticatoio. Numeri, semplici e insignificanti numeri. Questi rischiano di diventare tutte quelle vittime del terrorismo, rosso o nero, che hanno insanguinato strade, piazze e vie della nostra italietta finita nel letame. Sono centinaia le vittime del terrorismo, politico o mafioso che esso sia, che dalla tomba urlano vendetta. Centinaia, di conseguenza, le famiglie che piangono e si disperano per uomini, donne e bambini assassinati senza che i colpevoli siano stati assicurati alla giustizia. Adesso va di moda dimenticare.
Per i parenti oltre il danno,  la beffa. Il governo preferisce immergersi nelle beghe del presente per oscurare i misfatti del passato. Ovviamente, le forze politiche maggiori sembrano interessarsi poco della vicenda. Per chi non l’avesse capito, siamo già ampiamente in campagna elettorale. I più sfacciati, dal palco, inneggiano al malcontento ed alla “cospirazione”. La risposta, però, non può essere contenuta tutta in un semplice e limitante “vaffanculo”. Tempi bui, pertanto, per chi tenta di ricordare.

Simone Bellitto

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