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La musica è libertà non merce

La Cultura non è X-Factor

X Factor, Amici e tutti i vari format che sfornano annualmente la loro star sono la morte della musica. Ma come?! Penserete voi:” Sono programmi che danno la possibilità a ciascun cantante di realizzare il proprio sogno, di ottenere il tanto agognato successo”. No, non è così. Questi programmi sono solo delle industrie che producono cantanti. Cercano ragazzi che sappiano cantare bene e poi costruiscono il personaggio affibiandogli a volte testi e musiche di cui loro diventano solo esecutori. Sì, è un’industria. È la mercificazione della musica. Ebbene sì anche la musica oggi è diventata solo appannaggio del business e delle regole del mercato. A parer mio la musica non è questo o meglio non deve diventare solo questo. La musica sta nell’animo di chi la fa e di chi l’ascolta. Sta nella semplicità di un palco conquistato con la lotta e l’impegno della società civile. Sto parlando di tutte quelle realtà nate spontaneamente da persone che hanno a cuore la cultura e che la rendono fruibile alla loro città. Il Teatro Valle a Roma, il Teatro Coppola a Catania sono solo due esempi. E proprio a loro mi riferisco, questi posti nascono da lavoratori della cultura e dello spettacolo stanchi della mediocrità che le istituzioni dedicano al settore. L’agire è lo stesso: riappropriarsi di un teatro in stato d’abbandono e ridargli vita con l’occupazione, non delega ma operato attivo per il bene della comunità contro il profitto di pochi mercenari della cultura. Il teatro diventa così partecipazione alla portata di tutti, con piccole sottoscrizioni si contribuisce a tener in vita la cultura e ad arricchire il proprio bagaglio.

SIAE vs Teatri Occupati

Recentemente queste pure realtà si sono scontrate con uno dei grandi detentori del potere musicale in Italia: la SIAE. Gino Paoli, il presidente, si è espresso contro il Teatro Valle e le realtà simili presenti nel territorio italiano. Il Valle è stato tacciato come detentore di illegalità totale. Proprio al Teatro Valle il 29 e il 30 Novembre doveva svolgersi l’evento “Situazioni di contrabbando” organizzato dal Valle e dal Club Tenco, una rassegna sulla musica d’autore. Il club Tenco ha deciso di annullare l’evento dichiarando: “ Preso atto del forte contrasto emerso negli ultimi giorno tra il teatro Valle e la Siae, il Club Tenco ha deciso di annullare la manifestazione […]”.
La SIAE rappresenta un partner importante per la targa Tenco.
Si è così innescata una reazione a catena.
Cesare Basile, noto cantautore catanese, ha rifiutato di ritirare la Targa Tenco per il miglior album in dialetto e non parteciperà all’evento di premiazione dell’otto Dicembre al Petruzzelli di Bari. É una presa di posizione contro la cultura dei privilegi che schiaccia quella libera. Il cantautore spiega meglio le sue motivazioni in un comunicato stampa che ha il sapore della libertà e dei valori veri della musica ma soprattutto del giusto modo di vivere la società civile.
Basile dichiara: “Viviamo da troppo tempo e con sconcertante naturalezza l’era delle tre scimmie, la viviamo adeguandoci alla goffaggine che genera complicità, paghi del piatto di minestra che la carità del Potere ritiene di assegnarci ai piedi della sua tavola. Non vedo, non sento, non parlo. Tuttalpiù faccio un salto di fianco e lascio che la cosa passi. Strana pratica per un mestiere che è fatto esclusivamente di vedere,sentire e parlare. Faccio parte da due anni dell’assemblea del Teatro Coppola Teatro dei Cittadini, un teatro occupato e autogestito, uno spazio sottratto all’incuria e alla magagna della Pubblica Amministrazione, frutto gioioso e libero di un altrettanto gioioso e libero atto illegale. Rivendico quotidianamente la legittimità di questa pratica come risposta a un sistema di gestione dell’arte e della cultura verticistico, monopolista, clientelare. Questo non mi rende migliore o peggiore di altri, né fa di me un eroe, mi vede solo parte attenta di una scelta e come parte attenta di una scelta non posso fare a meno di vedere, sentire e parlare”.
Il cantautore etneo ha così dato un segnale forte, che magari i nuovi artisti di cui vi parlavo prima non farebbero mai, proprio in nome della popolarità. Un segnale positivo viene invece dagli Afterhours che invitati all’evento al Petruzzelli, fanno sapere che non parteciperanno per condividere la causa di Cesare Basile e dei vari teatri occupati d’Italia. Giri mezzo mondo, pubblichi otto dischi, sei un artista apprezzato e conosciuto, ricevi un premio per l’operato di una vita e rifiuti il pubblico riconoscimento? Sì in nome dei veri valori dell’arte, un vero artista lo fa.

Federica Monello

 

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