“Mentre la camorra seppellisce rifiuti radioattivi in Campania, la ‘ndrangheta assalta l’Expo di Milano e Cosa Nostra sabota scientificamente la legge La Torre, la maggioranza continua a ritenere che la lotta alla mafia sia solo un trastullo superfluo, da derubricare tra le “varie ed eventuali”. Così, il 25 settembre, il deputato di Sel Claudio Fava commentava l’ennesimo rinvio della convocazione della Commissione Bicamerale Antimafia. “Un altro rinvio, frutto delle risse tra i partiti della maggioranza, sta privando il Parlamento e il Paese di un insostituibile strumento civile e politico”. Anche il leader di Azione Civile, Antonio Ingroia, ai nostri microfoni, aveva affermato l’inefficienza del sistema politico italiano, “per il quale, evidentemente, la mafia non è una priorità”.
Un inizio in salita
Solo oggi, dopo due votazioni e 8 mesi di legislatura, si è costituita formalmente la Commissione Parlamentare Antimafia. La presiederà Rosy Bindi, che ha ottenuto 25 voti (tra Pd, Movimento 5 Stelle e Sel), mentre saranno Vicepresidenti lo stesso Claudio Fava e Luigi Gaetti (con rispettivamente 21 e 6 preferenze).
Naturalmente, le critiche non si sono fatte attendere: il PDL, che non ha partecipato alla votazione, insorge: Maurizio Gasparri definisce “inaccettabile” l’elezione della neo-presidente e attacca il PD, il quale ha compiuto un netto “strappo pur di dare una poltrona a Rosy Bindi”. Mentre Brunetta si aspetta ora le dimissioni auspicando “dal Pd e da Rosy Bindi un passo indietro, un segno di distensione e di responsabilità”. Positivo invece il vicepresidente Fava che ha ribattuto: ”Credo che la commissione Antimafia per la funzione che ha, debba stare un gradino più in alto rispetto alle contrapposizioni tra maggioranza e opposizioni, che vanno bonificate”.
Ma le critiche non sono state mosse solo dal mondo della politica. Infatti, il 19 Ottobre, la Repubblica titolava “La parata degli aspiranti presidenti così, l’Antimafia diventa sceneggiata”, un articolo di Attilio Bolzoni. Bolzoni fa l’elenco degli impresentabili della commissione parlamentare, adeguatamente argomentando le vergogne di ciascuno, tra cui naturalmente la stessa Rosy Bindi, della quale riportava l’ammissione di “non sapere nulla di mafia”. Ma non solo, il giornalista riporta anche le vicende di Claudio Fazzone (che ha fatto di tutto per non far sciogliere qualche anno fa il Comune di Fondi ammorbato da infiltrazioni di ‘ndrangheta e camorra), Carlo Sarro (avvocato difensore di Nicola Cosentino, indagato per concorso esterno in associazione camorristica) e Giovanni Bilardi (indagato per peculato).
Una commissione variegata che sicuramente non nasce, nonostante il lungo travaglio, sotto gli auspici migliori. Tuttavia, è chiaro anche al Presidente del Senato, Pietro Grasso, che “non si poteva aspettare oltre”, ma sicuramente si poteva fare meglio.
Simone Lo Presti
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