Settant’anni fa l’esercito americano sbarcò nelle coste della Sicilia meridionale per liberare l’isola dall’assedio tedesco. Le truppe Alleate si servirono dell’aiuto del noto mafioso, trapiantato oltreoceano, Lucky Luciano e di altri personaggi determinanti, tanto che dopo l’occupazione alcuni di questi assunsero alcune cariche pubbliche. Si contano, all’epoca, 62 sindaci mafiosi nella provincia di Palermo. Alla fine del conflitto l’Italia ne uscì libera teoricamente, ma assoggettata, praticamente, al potere economico-politico yankee.
Oggi, gli yankee, dopo settant’anni, forti della loro potenza, stanno continuando a costruire il MUOS, che una revoca regionale aveva bloccato. Contestualmente ogni giorno i comitati e i cittadini lottano per fermarne la costruzione. Del 9 luglio è la sentenza del Tar di Palermo che dà ragione alla Regione confermando la revoca dei lavori, alla quale l’esercito americano aveva fatto orecchie da mercante continuando i lavori. Il 10 luglio i comitati NO MUOS hanno colto l’occasione della presenza delle onorificenze dell’oltremare per ribadire la loro lotta contro il sistema delle antenne.
A Gela si è svolta la commemorazione dello sbarco che è stata interrotta dagli attivisti che hanno impedito l’avanzata di alcuni mezzi militari in spiaggia. Fatto eclatante è stato l’arresto del militante pacifista Turi Vaccaro, accusato di aver colpito con calci e pugni un’auto della polizia e due agenti, in segno di protesta.
Trasferito al carcere di Gela, dove si trova tuttora, Vaccaro è stato processato per direttissima il 12 luglio, mentre la prossima udienza è stata fissata per il 19 luglio.
Federica Monello
Foto di Fabio Leo
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