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Porto di Marina di Ragusa: la mano della Stidda

Come tante cose belle e affascinanti che hanno in sé qualcosa di nocivo e pericoloso, come una rosa rossa ha le sue spine, ci sono molte opere che se da una parte sembrano dare lustro alle nostre città, dall’altra si possono rivelare “difettose”.  Alla fine, non ci vuole molto per macchiare qualcosa, per sporcare anche solo l’idea che quella cosa sia “bellissima”. Basta poco, basta, a volte, una notizia.
E’ notizia di ieri che qualcosa di strano sembra essere accaduto al porto turistico di Marina di Ragusa, o meglio, stando alle indagini e alle operazioni dei Carabinieri, al titolare di un’impresa che era impegnata nella costruzione del porto. Il porto di Marina di Ragusa, motivo di grande vanto per l’amministrazione dell’ex sindaco Dipasquale e vero e proprio trampolino di lancio per l’economia ragusana, sembra aver avuto dei trascorsi  un po’ turbolenti.

Ieri i Carabinieri hanno notificato in carcere, come si legge dal comunicato, “a 3 appartenenti alla “STIDDA” (organizzazione siciliana contrapposta a COSA NOSTRA e molto agguerrita nell’area Iblea) un provvedimento di “avviso di chiusura delle indagini”, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, per il reato di estorsione aggravata dall’aver agito con modalità mafiosa al fine di agevolare la mafia di Vittoria (RG)”.

La Stidda, per chi non lo sapesse, è un’organizzazione mafiosa antagonista di Cosa Nostra, prevalente nella Sicilia centrale e in quella meridionale. La Stidda ha allungato le sue inquietanti mani in diversi territori dell’isola, compresa la provincia di Ragusa, spesso in modo troppo superficiale ritenuta “tranquilla”. Ma, in effetti, tutta questa tranquillità non sembra esserci. Nel recente passato si possono ricordare alcuni episodi legati all’avanzata stiddara nella provincia iblea, come gli arresti datati ottobre 2012, nell’ambito dell’operazione Chimera.

In questo caso, gli stiddari avrebbero chiesto un pizzo di circa 80mila euro (si parla anche solo di 50mila euro; noi ci siamo attenuti al comunicato dei Carabinieri, ndr) al titolare di questa ditta per la costruzione del porto. La ditta in questione pare fosse già sotto l’ala protettiva della Cosa Nostra catanese, ragion per cui i Carabinieri hanno accertato il fatto che i due clan, quello catanese e quello vittoriese, avessero contrattato su chi aveva effettivamente il diritto di estorcere il denaro. I fatti in questione risalgono al 2007.
Stidda e Cosa Nostra, insomma, sarebbero coinvolti nella costruzione del porto di Marina di Ragusa.

Attilio Occhipinti

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