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World Social Forum 2013 – Da Tunisi al Mondo

“Society, you’re a crazy breed
I hope you’re not lonely without me.”

(Eddie Vedder – Society)

 

IN CERCA DI “SOCIALE”

Il mondo è in continuo cambiamento. Purtroppo, il più delle volte, non cambia in meglio. Rimane, però, quella piccola cerchia di persone, enti ed associazioni che credono in un mondo slegato dalle logiche mere del profitto. Che pensano seriamente all’esistenza di un’alternativa all’individualismo più marcato. Tutto questo brainstorming dell’alternativa “sociale” si è riunito in questi giorni nella città di Tunisi. Il Social Forum di Tunisi 2013 è stato un evento che, nella sua tredicesima edizione, ha posto un accento sull’altra faccia della medaglia, sugli individui che da mero numero si mutano in gens, in folla, in individui meritevoli di uno stato di diritto e di un imperativo categorico volto all’assistenzialismo.  Alla ricerca del sociale perduto che decenni di esasperato neo-liberismo alla Margaret Thatcher (venuta a mancare in questi giorni) o alla Ronald Reagan hanno seppellito.

ANOTHER WOR(L)D IS POSSIBLE

Un altro mondo è possibile. Questo l’inno del social forum. Più di 50000 partecipanti, e quasi 1000 attività organizzate. ONG che lottano contro il debito, quali celeberrime come Occupy!, hanno manifestato contro le politiche economiche mondiali. Questo potrebbe effettivamente rappresentare l’evidenza che temi quali la povertà, le migrazioni forzate e il debito pubblico degli stati del terzo mondo nei confronti del “mondo civilizzato” rappresentano argomenti più che attuali. La terra tunisina è sicuramente più che simbolica. Scossa dalle primavere arabe e vicina alla guerra civile nelle sue contraddizioni post-regime, una terra in fermento, nel bene e nel male, acquisisce un valore aggiunto alla manifestazione. Questo evento, nato nel 2001, anche se criticato da varie parti politiche per la mancata “praticità”, tra le quali sorprendentemente partiti socialisti, comunisti ed anarchici, rimane comunque una forza miscellanea per la rivendicazione di diritti essenziali e troppo spesso negati. Il mondo progredito (?) tace e finge di non ascoltare il dissenso. Fino a quando, però, tutto questo sarà possibile?

 

Simone Bellitto

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