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Vito Nicastri: sequestro record

Record

Il 3 aprile la Dia ha confiscato beni per oltre 1 miliardo e 300 mila euro all’imprenditore alcamese Vito Nicastri. Nicastri era già stato al centro dell’operazione “Broken Wing” a luglio del 2012 e dell’operazione “Eolo” nel 2010, quando il sequestro ammontò a 1 miliardo e mezzo. “La Direzione Investigativa Antimafia ha ultimato l’esecuzione del provvedimento di confisca di beni, emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Trapani-Sezione Misure di Prevenzione (Presidente dott. Piero GRILLO) che ha riguardato il patrimonio di Vito NICASTRI, 57enne alcamese, affermato imprenditore nel settore della produzione alternativa dell’energia elettrica, segnatamente fotovoltaico ed eolico” si legge nel comunicato della Dia. Prosegue il comunicato: “L’odierno provvedimento contiene anche l’applicazione della misura di prevenzione personale nei confronti di Nicastri Vito, ai sensi dell’art.1 e segg. Della Legge 575/1965, la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza (Alcamo), per la durata di anni tre, sostenuta, altresì, anche dalla Procura della Repubblica di Trapani e dalla DDA di Palermo”.

Gli “amici” di Sua Signoria

Vito Nicastri è il “signore del vento” di Alcamo. Il suo nome emerge di continuo sulle pagine del giornalismo
antimafioso. Questo per via dei suoi rapporti con la politica e l’imprenditoria, per esempio, con l’ex Presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, il quale ha fatto in tempo a diventare deputato all’Ars per l’Udc prima che Crocetta facesse il funerale alle province. Lo stesso Turano è noto anche per aver tentato di diventare sindaco di Alcamo e per aver elargito 881mila euro nella notte precedente alla data fissata per abbandonare il posto alla Provincia. Sarebbero coinvolti nella rete di conoscenze di Nicastri anche: Santo Sacco, consigliere provinciale Pdl, ex sindaco di Castelvetrano, arrestato nell’operazione Mandamento, in un quadro che lo vorrebbe in contatto diretto con Matteo Messina Denaro; Emanuele Di Betta, ex deputato regionale; Riccardo Savona, ex Udc, attualmente Grande Sud, cui Nicastri avrebbe elargito 3 contributi elettorali da 5000 euro. A livello mafioso ci sarebbero stati rapporti con la famiglia mafiosa dei Lo Piccolo, che si sarebbe interessata delle sue vicende imprenditoriali, come dimostrano alcuni pizzini; ci sarebbero anche le ‘ndrine i Nirta di San Luca, i Ciriaco di Africo, i Giampaolo e i Mammoliti di San Luca. A conti fatti, Vito Nicastri non è un affilitato, ma rappresenterebbe una pedina fondamentale dello scacchiere mafioso, specie per la rilevanza che vanno acquistando da decenni le energie alternative.

 

Giulio Pitroso

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