Press "Enter" to skip to content

IL MERIDIONE NON VA A CARBONE!

IL PERCHE’ DEL CARBONE

 

La Befana quest’anno ha abusato di carbone a quanto pare. O è andata direttamente in overdose. Di certo possiamo dire che alcune aziende in Italia meriterebbero il carbone della Befana per non essere state al vertice della trasparenza e dell’efficienza. Soprattutto quando determinate attività ledono l’ambiente e creano danni difficilmente assimilabili dall’ecosistema di cui esse stesse fanno parte. E al centro di questo caso c’è sempre lui: il carbone. Questo perché la società SEI-Repower, un assembramento fatto dalla SEI S.p.A. e dagli svizzeri della Repower, si occupa proprio di questo. Sotto la cortina del progresso si nasconde la solita scelta di optare per il combustibile più economico e che possa rendere più profitto, in barba alle conseguenze che esso può scatenare. Il luogo è una frazione, Saline Joniche, frazione del comune di Montebello Jonico, in provincia di Reggio Calabria. Il tentativo è quello di ridare linfa vitale ad una industria del carbone che sembra memore delle avventure di Zio Paperone in Klondike. Tutto il merito è di Fabio Bocchiola, amministratore delegato delle due filiali italiane delle società in questione. La sua scelta, per quanto dettata da scelte di mercato a suo parere giustificate, è quantomeno opinabile.

 

LA NUOVA QUESTIONE MERIDIONALE

E’ quantomeno singolare che questo nuovo tipo di marketing anti-ecologico si diffonda sempre più al meridione. Dove si cerca di sfruttare a più non posso l’endemica disoccupazione, che favorisce l’avvento di progetti che deleteri è dire poco. E’ emblematico oltretutto che questa volta, a differenza di altre in cui l’acquiescenza è stata il pane quotidiano dei più, le istituzioni e la società civile calabrese hanno opposto un netto rifiuto a questa nuova cattedrale nel deserto del nuovo millennio. E’ nato un Coordinamento per la difesa della salute e del territorio proprio con l’obiettivo di porre un freno a questa nuova invasione di “ultracorpi”. Questa volta, forse, la collettività non ammetterà che vi sia un altro sfregio al già precario habitat dell’estrema Calabria. La risposta di Bocchiola è stata che il popolo calabrese è un popolo di ignoranti. Di certo sarebbe criminale ignorare il pericolo in atto, non viceversa.

 

Simone Bellitto

 

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *