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Latouche: la Sicilia ha tutto per resistere alla “grande crisi”. Intervista in anteprima

Riportiamo uno stralcio dell’intervista a Latouche di Massimo Occhipinti, in esclusiva sul prossimo numero di Reloaded, a seguito dell’incontro a Ragusa organizzato da Territorio.
Come crede che si possa applicare la decrescita praticamente?
Praticamente la si può applicare a tutti i livelli perché è anche un’etica personale, di non sprecare, di non inquinare etc… Al livello del quartiere, della città si possono organizzare delle iniziative “decrescenti” come il G.A.S. (Gruppo di Acquisto Solidale), oppure un progetto di riorganizzazione comunale per affrontare il cambiamento climatico, la fine del petrolio, riorganizzare l’uso dell’energia, essere autonomo nell’energia, nel cibo etc… Trasformare localmente l’agricoltura in senso biologico e, quindi, ad un livello superiore, resistere alle imprese di distruzione dell’ambiente come un progetto folle come il mega-ponte sullo stretto di Messina o la TAV nel Val di Susa.
Quindi la “resistenza al ponte” sarebbe un punto di partenza per l’applicazione della decrescita al territorio siciliano?
Assolutamente si: un’ Isola è un posto particolare dove si può recuperare l’autonomia locale; perché la Sicilia ha tutto per sopravvivere in modo più o meno autonomo quando ci sarà la “grande crisi” diciamo.

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