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“Costruiamo insieme legalità”, incontro della Filca-Cisl di Ragusa

Il 1° dicembre si è tenuto l’evento organizzato da Filca Ragusa (Federazione Italiana Costruzioni e Affini), federazione di categoria Cisl (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori), presso l’Istituto Tecnico per Geometri “Rosario Gagliardi” di Ragusa, intitolato “Costruiamo insieme legalità”.
Presenti Giorgio Abate, coordinatore provinciale dell’associazione Libera, Giuseppe Grassia, presidente dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Ragusa, Giusi Migliorisi, dirigente di Confindustria Ragusa, Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca-Cisl e responsabile del dipartimento legalità della categoria, il colonnello Francesco Fallica, comandante provinciale della Guardia di Finanza, Michele Di Rosa ispettore della Direzione Territoriale del Lavoro, Concetta Caruso, dirigente della Prefettura e Luca Gentili, segretario generale della Filca-Cisl di Ragusa, che ha introdotto l’incontro.

 

I numeri e i giovani

I numeri della locale cassa edile, per il periodo ottobre 2011-settembre 2012, indicano una perdita di 535 imprese, di 724 operai e di 4.600.000 euro di massa salariale (cioè di retribuzioni complessivamente erogate dalle imprese agli operai), e un aumento di 45.651 ore di cassa integrazione. I dati provano che fenomeni che si credevano diminuiti, se non scomparsi,  persistono. Fenomeni quali il caporalato, il lavoro nero, il ricorso alla cassa integrazione fittizia, l’usura, il riciclo di denari sporchi.
L’incontro è servito quindi a riunire i rappresentanti di categoria del settore edile, le istituzioni di governo e i ragazzi dell’istituto tecnico per riflettere sull’attuale crisi economica, in particolare del  settore edile in provincia, e sulle soluzioni da adottare, secondo il discrimine della legalità.
Soluzioni in parte già attuate, come il nuovo Contratto Collettivo Provinciale di Lavoro dell’Ance, per agevolare le imprese meritorie, o come il Protocollo della Legalità, in vigore a Ragusa dallo scorso settembre, con cui la Prefettura si impegna a semplificare le procedure di controllo e promozione dell’attività imprenditoriale e Confindustria a denunciare gli atti d’intimidazione e a indicare i fornitori delle imprese. In parte ancora da pensare. Specie se, come ricordato da Giorgio Abate, la mafia, con un fatturato complessivo di 130 miliardi, risulta essere la prima azienda d’Italia. Se le sue reti corrompono imprenditori e politici, tanto a Nord che a Sud.
Leitmotiv dell’incontro, la necessità di educare e responsabilizzare le nuove generazioni.
L’appello ai giovani è stato costante, radicale, ottimista. Perché è chiaro che dove serve un cambiamento sostanziale – nessun dubbio che serva in Italia, data la grave crisi economica, istituzionale e culturale, riconosciuta ormai da tutti – bisogna puntare su chi dispone di più tempo ed energie.

 

Lucrezia Fava

 

 

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