“Le zanzare di casa mia si nutrono di me!” (Qbeta)
Il nemico alle porte
La zanzara (Culicidae) è un animale notoriamente conosciuto come insetto dal corpo allungato, in genere lunga 3-9 mm, al massimo 15 mm. Qua chiudiamo con la laconica descrizione scientifica alla Super Quark. In realtà basterebbe molto meno per una descrizione più pregnante ed efficace di questo celeberrimo insetto notturno, assetato di sangue quanto un novello Nosferatu dei giorni nostri. Lo possiamo immaginare come un essere ignobile, ansimante dietro le nostre porte. Anzi, il più delle volte, dentro le nostre orecchie. Esistono combinazioni letali, vere e proprie combo che possono renderti la vita più indegna d’esser vissuta di un girone dell’inferno dantesco. E non esageriamo. Esistono luoghi e luoghi, città e città, dove la guerra in trincea contro la zanzara è più insidiosa, difficile, infida e logorante. Dove gli episodi di guerriglia notturna fatti a colpi di ciabatte e di morsi dolorosi a tradimento sono incessanti e sfiancanti. Dove le ore di sonno si riducono e vengono sottratte a una battaglia a suon di nervi fra uomini allo scoperto e invisibili antagonisti che tramano come dei veri e propri ninja avvolti dall’oscurità e celati dall’ombra. Catania, la nostra cittadina dell’elefante (e della zanzara) è uno di questi posti.
Alle porte di Catania
La combinazione mortale è quando delle spietate combattenti, che farebbero impallidire i giannizzeri turchi o i soldati delle milizie di Gengis Khan, vanno a operare un vero e proprio assedio a una città dalle poche pretese per organizzazione di una vita civile. A maggior ragione se l’assedio è attuato a danno di una categoria bistrattata, inerme e mai come oggi così poco considerata nella società italiana figlia del “montismo”: GLI STUDENTI.
Chi non ha mai provato l’ebbrezza di alzarsi nel bel mezzo della notte urlando, imprecando e bestemmiando all’indirizzo di emerite succhiatrici di sangue che hanno passato la nottata a fare il tiro al bersaglio sui nostri arti inferiori e superiori? Chi non ha mai appallottolato la prima cosa capitata a tiro dopo che l’ennesima zanzara ha “sussurrato” dolci parole d’amore al proprio orecchio? Chi non ha mai spiaccicato questi esseri sulle pareti della propria casa studenti, creando veri e propri nuovi “muri del pianto”? Con buona pace degli animalisti, la risposta è NESSUNO. Qualsiasi studente, laureando, matricola o ricercatore che sia ha da sempre, sin dall’inizio dei tempi operato questa rivoluzione permanente mista a mobilitazione totale nei confronti di questo becero e vigliacco nemico.
Simone Bellitto
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