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La repubblica tele-malata

“Produci, consuma, crepa!”
(CCCP – “Morire”)

Il caso

Ha fatto il giro di tutta Italia il video, proposto dalla trasmissione di Rai3 Chi l’ha Visto, in cui un bambino viene trascinato a forza da alcuni agenti di polizia all’esterno della sua scuola, fra le urla laceranti della zia del medesimo. Il punto che vogliamo toccare qui non è il video. Le trasmissioni televisive, già da parecchi e parecchi anni non si fanno alcuno scrupolo di lanciare verso il narcotizzato spettatore immagini di qualsivoglia tipo e ferocia. Ovviamente i dibattiti si sprecano. Opinionisti dell’ultima ora e presunti e sedicenti esperti dicono la loro, neanche fossero domineddio calati dal cielo a sentenziare in modo improcrastinabile. In tutto ciò il telespettatore produce, consuma e crepa. Che esso si trovi da un lato o dall’altro di un apparecchio televisivo, poco importa.

La malattia

Qualsiasi forma di giustificazionismo rende tutto questo “legale”. Il dovere alla cronaca, la ricostruzione precisa dei fatti, il dovere di “bucare” lo schermo. O il plasma. In realtà esiste una sola parola per descrivere quest’impressionante amalgama di “delirio tele-informativo.” Il vocabolo in questione è MARKETING. Il dolore fa vendere le notizie, i servizi, le immagini. Questa società è stata in grado di monetizzare le emozioni, di ammorbare la sensibilità di chi guarda alla cronaca odierna. Talk show, falsi programmi di approfondimento, telegiornali. Il ticchettio dei soldi in entrata è diventata una vera e propria fissazione dell’economia televisiva odierna. Lo spettatore paga il canone, la pubblicità e li paga con la svendita della propria coscienza e intelligenza. Il nostro quesito è: vende più un’informazione data in modo giusto e corretto nella sua essenzialità o quella che sbatte il mostro in prima pagina e ritrae i morti nelle edizioni della prima serata? Quali delle due è veramente efficace e inopinabilmente “informativa”?

Simone Bellitto

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