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Gianfranco Dipietro: alla Commissione di Difesa si parla di No Muos

Martedì 11 Settembre, 11 anni dopo il terribile evento che ha segnato questa data del calendario, si terrà un importante audizione presso la Commissione Difesa della Camera dei Deputati sulla problematica MUOS. Una commissione, speriamo al completo, che dovrà ascoltare questi “zoticoni” dei NOMUOS, gli ennesimi provinciali incacchiati gli ennesimi NO-qualcosa… pur di dire NO e NO… sempre e solo NO… a cui la borghesia aristocratica politica romana non gliene frega un bel fico secco. Nei manuali di sociologia si utilizza la codificazione sindrome NIMBY Not In My Back Yard (non nel mio giardino), un appellativo (dispregiativo ?!) nei confronti di chi non vuole che si realizzi l’infrastruttura solo perché ne deve pagare in termini territoriali, ambientali ecc… Stando però ai dati di nimbyforum.it, il progetto di ricerca sui fenomeni di contestazione patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il NO-MUOS non è censito tra le attuali sindromi NIMBY. Ma allora che cos’é questo movimento? Che sindrome hanno questi siciliani pacifisti/antimperialisti/ambientalisti..ecc…ecc…? Come classificarlo sociologicamente? Come faranno a risolvere questa vertenza che sta assumendo settimana dopo settimana dimensioni sempre più estese? Le domande restano aperte, ma sappiamo che, quando arriveranno, le risposte saranno purtroppo chiuse a doppia mandata…

Intanto il presidente Edmondo Cirielli (proprio quello della legge Ex Cirielli, proprio lui), aspetta dunque che martedì 11 qualcuno gli vada a chiede qualcosa… o almeno, istituzionalmente, ascolterà cosa avranno mai da dire questi sicilianotti incacchiati, da quasi 4 anni ormai, niente popò di meno che con i nostri migliori (e unici ?!) alleati militari…

Cosa avranno mai da chiedere al Presidente della Commissione se lo chiedono tutti… tutti a partire dagli attivisti… Cosa può fare la commissione per noi, ammesso che accolga anche una sola minima richiesta?

Sono un NO MUOS da 4 anni ormai, e di domande da fare ne ho tantissime (una nuova ogni giorno)… ma proprio perché voglio risposte concrete al problema, penso che sia più utile investire la Commissione non sul Chi? Come? Quando? Perché?, ma chiedere un mandato, un compito da affidare nel rispetto delle sue competenze, è pur sempre un organo che dovrebbe tutelare gli interessi degli italiani e quindi occorre:

  • Potenziare l’operato ispettivo attivato dal Ministero dell’Ambiente, il quale sta valutando la questione ambientale ed ha chiesto pareri in riferimento allo studio dei dottori Coraddu e Zucchetti, alla Regione Siciliana e sopratutto all’ARPA. Su questa vicenda ormai da mesi non se ne sa più nulla.

  • Promuovere un iniziativa parlamentare di (re)attuazione dell’art. 2 c.3 della Legge 36/2001, nella quale si indica che nei riguardi delle forze armate occorre specificare i limiti di emissione elettromagnetica tenendo conto delle loro particolari esigenze; attualmente vige solo l’esenzione tout cour da molti obblighi e rispetti, come ad esempio l’art.162 c.2 lett.a D.Lgs. 259/2003 che prevede l’esenzione di qualsiasi titolo abilitativo per le installazioni radiotrasmittenti delle Forze Armate. Occorre pertanto indicare i Mhz, i V/m e gli altri limiti che debbono essere rispettati per tutelare la salute di chi vive vicino le installazioni militari.

  • La Legge 839 del 11/12/1984 prescrive la pubblicazione degli accordi bilaterali anche effettuati tramite procedura semplificata (senza ratifica da parte del parlamento), occorre fare luce piena sugli accordi stipulati in merito alle basi USA di Sigonella e Niscemi. Tra l’altro se risultasse che gli accordi stipulati non fossero di esclusiva natura tecnica occorrerebbe far intervenire l’art. 80 della Costituzione che prescrive la ratifica con Legge da parte del Parlamento, come accade per tutti gli accordi di contenuto politico. I cittadini residenti hanno l’obbligo di essere informati, su cosa fa il vicino di casa… Il timore però che si ripeta il non attuarsi questo obbligo è e rimane elvato. Ma chiedere non costa nulla.

  • Verificare se la costruzione del sistema MUOS sta avvenendo sotto la supervisione di una commissione congiunta (USA-ITA), così come stabilito dall’Accordo Bilaterale sulle Infrastrutture del 20 ottobre 1954, e rendere noti e pubblici i lavori della suddetta commissione, al fine di chiarire meglio gli aspetti tecnici e procedurali.

Ma sopratutto sarà fondamentale fare fronte comune su un paletto specifico di un’eventuale trattativa proposta: BLOCCARE OGNI INIZIATIVA DI COSTRUZIONE SINO A QUANDO NON VERRANNO ESPLETATE TUTTLE LE PROCEDURE RICHIESTE ED IN CORSO, IN MERITO ALLE (RI)VALUTAZIONI AMBIENTALI, PROCEDURALI E DI SICUREZZA NAZIONALE.

Nella migliore delle ipotesi Cirielli prenderà tempo, come d’altronde lo prenderemo noi, ma questo sarà già un grande successo perché costituirebbe un buon trampolino per un intervento più forte in sede parlamentare ed internazionale.

Adesso però, occorre interrogarsi tra noi attivisti, sugli sviluppi delle istanze del movimento NO MUOS, come fare ad indurre le istituzioni nazionali italiane a stare dalla nostra parte? Come fare ad indurre le istituzioni europee ad intervenire nel rispetto delle proprie direttive ambientali che si stanno violando? Come fare a bloccare i lavori e a far luce sui rischi che derivano dall’esposizione dei nostri territori ad inquinamento ed azioni ostili da parte dei nemici degli USA? Come portare la vertenza avanti nei prossimi anni?

Occorre guardare pertanto lontano, non al prossimo appuntamento, non alla prossima manifestazione, ma guardare al nostro modo di intendere il territorio su cui spendiamo le nostre vite. Il territorio su cui vorremmo essere pienamente sovrani.

Le domande restano anche qui aperte… ma anche noi abbiamo l’obbligo di dare delle risposte chiare e chiuse. Solo così potremo andare avanti in una lotta che ha già segnato la nostra generazione di niscemesi, di siciliani, di pacifisti e di ambientalisti. Il lavoro in questi 4 anni è stato tanto, lungo… ora occorre continuare con lo stesso impegno e lottare con la stessa caparbietà. No MUOS!

 

Gianfranco Di Pietro

Arci Liberamente, Niscemi

One Comment

  1. Biagio Biagio 09/09/2012

    Cosa chiedere?
    BLOCCARE IMMEDIATAMENTE TUTTE LE AUTORIZZAZIONI fino a quando non sarà messa in sicurezza tutta la popolazione siciliana!
    Bisogna effettuare un’analisi VERA* sulla distribuzione dei campi elettromagnetici, imporre sistemi di blocco meccanici sulle parabole per impedire il puntamento su aree popolate e un sistema di controllo dello spazio aereo per non interferire con l’aeroporto di Comiso.
    Se solo una di queste richieste sarà disattesa la marina militare statunitense DEVE smontare tutto e andare a casa propria.
    Pertanto servono delle autorizzazioni d’accesso alla base a dei tecnici di fiducia nominati dai nomuos affinché vengano fatte le opportune analisi.

    Far saltare un progetto dal costo complessivo di 4,5 bilioni di dollari solo perché si è “antiamericani” mi sembra un’utopia.
    Quantomeno si deve avere la certezza che la salute dei cittadini non venga minimamente intaccata.

    Per analisi VERA intendo simulazioni di questo tipo o superiori di tutte le sorgenti all’interno della base:
    http://www.progettoapice.it/map-server

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