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Assemblea per gli spazi liberi ai Benedettini

L’assemblea

L’assemblea del 13 giugno convocata dal Movimento Studentesco Catanese presso i Benedettini è iniziata con prevedibile ritardo, davanti all’ingresso principale della facoltà; dietro un tavolino di plastica bianco si sono alternate le voci del dissenso. Erano presenti i principali esponenti di Rifondazione Comunista a Catania, componenti del Collettivo di Lettere e Filosofia,vicino agli autonomi, diversi cittadini e docenti. Si sono visti i volti di personalità della cultura siciliana, tra cui il poeta Alessandro Giuliana. Non più di una trentina di persone.
Sara Giurlando, Acqua Bene Comune, ha sottolineato il fatto che ci ritroviamo adesso a confrontarci con una ripresa della privatizzazione del beni comuni, a un anno dalla vittoria al

UniCt Bene Comune

referendum che ne avrebbe dovuto sancire l’inviolabilità definitiva. Ha precisato che esiste una differenza sostanziale tra bene pubblico e bene comune, il secondo dei quali è legato a una connessione diretta alla vita umana. «Mai ci saremmo aspettati che privatizzassero le aule» ha esclamato Matteo Iannitti, Movimento Studentesco Catanese; ha parlato anche di un Cda plenipotenziario «nominato all’80% dal Rettore». Secondo lo studente, tutti i docenti che hanno fatto del dissenso a Recca hanno subìto dei provvedimenti disciplinari dall’Università di Catania: casi emblematici quello di Famoso, ex preside di Lingue, e di Di Cataldo, preside di Giurisprudenza. Piuttosto indigesta è risultata al Movimento la laurea honoris causa data a Bellavista Caltagirone, genero di Casini (UdC), dall’Ateneo: «un palazzinaro» lo ha definito Matteo Iannitti. Per lui il prossimo a candidarsi al Rettorato sarà il prof. Vecchio. Infine lo studente ha chiesto le dimissioni di Recca, che «oltre a essere antidemocratico è anche un po’ ignorante».

Il caso di Ingegneria Fuori Campo e Gatti Fisici

Alessandro, del collettivo di Ingegneria, Ingegneria Fuori Campo, parla di un tariffario, emanato il 6 giugno, ma in realtà prodotto il 25 maggio. Ha voluto sottolineare la coincidenza con la morte di Bradbury, definito «uno scrittore di letteratura distopica», quasi a segnare un legame con la paradossale situazione vissuta dagli studenti. E fin qui è storia nota. Il nuovo è la mail che Alessandro ha letto a tutti, arrivata due giorni prima dal Rettore, in cui si revoca la richiesta di finanziamento e si dà l’autorizzazione a svolgere l’evento. La risposta che Alessandro dichiara di aver intenzione di inviare è incentrata sulla continuazione della protesta, il che non sorprende nessuno. Giuliana, Gatti Fisici, racconta della festa che stava organizzando, la festa di fine anno del Dipartimento, anche con la collaborazione di alcuni docenti, che «viene fatta da oltre 20 anni». Le chiedevano, per via dell’ora tarda, 800 euro per l’uso degli spazi. Con l’aiuto del Direttore del Dipartimento, la cifra può scendere a 400 euro, la si può far passare per un’attività istituzionale: lo stesso potrebbe coprirne le spese. Paradosso: il Dipartimento potrebbe trovarsi a pagare l’Università per usare i suoi spazi.

L’Università paga l’IVA? Si può restare senza laurea per un libro?

Un signore chiede se in questo procedimento per pagare gli spazi era scritto qualcosa sull’IVA. Giuliana non sa rispondere. Alessandro precisa che «sull’IVA non c’era scritto niente». L’Ateneo non pagherebbe l’IVA su questo denaro? Risponderà poco dopo il Direttore del Dipartimento di Matematica, che lo ritiene impossibile, dopo aver ammesso il suo stato: «Mi sento a disagio» dice nella sua camicia a quadri. Riconosce la richiesta degli studenti, ma precisa, poiché rappresenta anche la loro controparte istituzionale, che il regolamento è uscito il 25 maggio. Continua: «Non mi ha scandalizzato che sia stato preparato un tariffario», ma precisa che se ne aspettava uno rivolto ai soli estranei all’Ateneo. «Io ho avuto tre figli contemporaneamente all’università» dice il Direttore, sa benissimo quanto sia costoso studiare, quindi non capisce la necessità di ulteriori contributi economici. E poi è impossibile per gli stessi docenti fare convegni, perché nel procedimento d’assegnazione dello spazio è prevista una scrittura privata: «La scrittura privata prevede la stipula di un’assicurazione». «I Dipartimenti sono stati tenuti all’oscuro», questa forse la cosa più incredibile,

Assemblea ai Benedettini

«L’ho saputo il 2 giugno a una gita di Dipartimenti». Il Direttore ha insistito svariate volte sulla parola “sembra”, mentre affermava che sia stato un regolamento per le biblioteche, molto speciale. «Se un professore non restituisce un libro, lo deve ripagare» ha proseguito il professore «Se uno studente non ripaga un libro, è prevista una sanzione…». Pochi secondi di suspense. «Ho stentato a crederci! Non lo fanno laureare». Ci saranno le elezioni a breve, ha ricordato il prof, che si è candidato al Senato Accademico, insistendo sul fatto che si batterà anche per un sistema di tutoraggio.
L’eccezionalità di queste elezioni è stata sottolineata da Gianni Piazza, i candidati non saranno nominati dall’alto. Anche lui è candidato e s’impegna a «non ratificare» la nomina a Direttore Generale di Lucio Maggio. «Se non dovesse accadere, siete tutti autorizzati a sputarmi in faccia». Nel documento di prossima diffusione “Una spending-review per l’Ateneo” del Coordinamento Unico d’Ateneo si è posto l’accento sulla spesa per la dirigenza e sulle borse di dottorato azzerate, unico caso in tutta Italia. Il Collettivo di Lettere e Filosofia ha voluto ricordare che bisogna organizzarsi in modo «autonomo e antagonista».

Di Giulio Pitroso

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